martedì 2 agosto 2016

Recensioni in pillole: Il Terzo Reich di Roberto Bolano, Il problema è che ti amo di Jennifer L. Armentrout e La valle delle bambole di Jacqueline Susann

Dopo quasi una settimana eccomi di ritorno! Siamo in agosto ormai, il caldo è al suo culmine e si avvicina settembre, l'autunno, il ritorno alla routine. Fra una cosa e l'altra, la mia presenza sul web ultimamente è stata limitata e prevedo ancora qualche tempo di latitanza. Nonostante ciò, mantengo la mia decisione di condividere sempre con voi almeno una parte delle mie letture, anche se in maniera sintetica (se mai mi sarà possibile) e cumulativa.
Con questo post di oggi sintetizzo le mie ultime tre letture, per condividere con voi il mio pensiero e sentire anche la vostra opinione.

Titolo: Il Terzo Reich
Autore: Roberto Bolano
Casa editrice: Adelphi
Numero di pagine: 325
Formato: Cartaceo

Appena mette piede nella sua stanza d’albergo sulla Costa Brava, il giovane Udo Berger ottiene, dopo molte insistenze, che gli venga portato un grande tavolo, sul quale piazza il wargame di cui è campione assoluto e di cui intende elaborare nuove e più audaci strategie: il Terzo Reich. L’atmosfera è delle più beatamente, ottusamente balneari. Eppure, quasi subito, sentiamo che non tutto è luce, e che nell’ombra sono in agguato fantasmi inquietanti. Né ci vorrà molto perché la liscia superficie della routine vacanziera si incrini: e dalle fenditure vedremo apparire qualcosa in cui non potremo che riconoscere il Male. A mano a mano che l’estate si spegnerà, l’albergo, svuotandosi, assomiglierà pericolosamente a quello di Shining – mentre noi, insieme a Udo (sempre più ossessionato dal suo gioco, e risoluto a trovare il modo di portare alla vittoria l’esercito tedesco nella seconda guerra mondiale), cominceremo a interrogarci sugli eventi ominosi a cui andiamo assistendo. A chiederci, per esempio, che cosa abbia davvero in mente Frau Else, l’affascinante ed enigmatica proprietaria dell’albergo, o perché il Bruciato, l’uomo dal corpo e il volto coperti di cicatrici ripugnanti che vive sulla spiaggia, abbia ingaggiato contro Udo una lunghissima partita di Terzo Reich – una partita che sembra trasformarsi, a poco a poco, in una cruenta, allucinata «lotta per la vita e per la morte». Ma soprattutto ci chiederemo per quali tortuose vie quel che avviene nel gioco influenzi gli avvenimenti del mondo reale – o non è piuttosto il contrario? Pubblicato a sette anni dalla morte dell’autore, questo romanzo del primo Bolaño rivela già tutta la forza e la sapienza della sua scrittura, la sua capacità di evocare atmosfere di sorda, velenosa minaccia.

In molti, ho notato, sono interessati a questo autore. In tanti mi avete detto che aspettavate una mia opinione, un'impressione, per avere una traccia a vostra volta. Bene, mi dispiace un po' scrivere queste righe, perchè Bolano non solo mi incuriosiva ma è anche considerato un autori di  culto per molti. La verità, nuda e cruda, è che non ho capito questo romanzo. L'ho letto, sforzandomi di capire a ogni pagina quale fosse il significato di determinate scelte, del suo stile così particolare, e infine devo dichiararmi vinta.
Lo stile di Bolano è incredibilmente evocativo: la Spagna da lui ritratta è onirica, misteriosa, quasi fuori dal tempo. Il protagonista stesso perde i connotati, si scambia con il Bruciato, smarrisce sè stesso e la propria individualità in questo processo di evoluzione contraria che lo trasforma da uomo a bestia. L'unica cosa che conta è il gioco, la battaglia fittizia - ma lo è davvero? - con il suo misterioso avversario. 
Dopo aver chiuso Il Terzo Reich, più confusa di prima, mi sono un po' documentata e, cercando in internet, ho scoperto che questo romanzo, pubblicato postumo, va fuori dai soliti schemi narrativi dell'autore. Questo mi ha lasciato un briciolo di speranza, perchè voglio riprovarci, magari questa volta con qualcosa di meno "sperimentale". Per fortuna che esiste la biblioteca!

Titolo: Il problema è che ti amo
Autore: Jennifer L. Armentrout
Casa editrice: Nord
Numero di pagine: 450
Formato: Digitale

Da quattro anni, il silenzio è lo scudo che la protegge dal resto del mondo. Circondata dall'affetto dei nuovi genitori adottivi, Mallory Dodge ha cercato di superare i traumi del passato, di convincersi di non avere più bisogno di essere invisibile, ma le cicatrici dell’anima bruciano ancora e non le permettono di dimenticare. Ecco perché dover frequentare l'ultimo anno di liceo in una scuola pubblica, dove sarà costretta a uscire dal guscio, la terrorizza. Tuttavia è proprio a scuola che accade l’inaspettato: tra i suoi nuovi compagni c’è Rider Stark, l’unico raggio di sole nella sua infanzia da incubo, il ragazzo che in più di un'occasione l'ha protetta dalla violenza del padre affidatario. Rider però è cambiato: ha un atteggiamento arrogante, una pessima reputazione e pare che sia invischiato in una rete di cattive compagnie. Anche se, dietro quella maschera da sbruffone, Mallory riconosce ancora il suo eroe d’un tempo… un eroe per di più molto affascinante. Eppure gli anni trascorsi lontano da Mallory hanno segnato profondamente Rider, che ben presto si troverà davvero nei guai. E Mallory sarà la sola a poter fare la differenza. Ma riuscirà a far sentire la propria voce e a battersi per il ragazzo che ama, o la paura la farà tacere per sempre?

Dopo Bolano, ho sentito il bisogno di leggere qualcosa di leggero e più frivolo e cosa c'è di meglio, che risponda a questi canoni, di un libro di Jennifer Armentrout?
Le sue storie sono classiche e piacevolmente prevedibili, eppure questa volta ha avuto una marcia in più. La vicenda che si dipana è raccontata con una grazia e una delicatezza fino ad ora nuove, per me, nello stile di questa autrice, che incentra il focus narrativo su una protagonista fragile che si riscoprirà forte e che, coraggiosamente, ricostruirà sè stessa attraverso i legami con la famiglia, gli amici e l'amore. E, naturalmente, il passato.
Se si tralascia il lato un po' Step Up del libro, credo che questo sia il romanzo che, ad ora, mi è piaciuto di più di quest'autrice.

Titolo: La valle delle bambole
Autore: Jacqueline Susann
Casa editrice: Sonzogno
Numero di pagine: 528
Formato: Cartaceo

La Seconda guerra mondiale è finita da poco e - per chi è giovane e intraprendente come Anne, Neely e Jennifer - New York rappresenta il Grande Sogno. Le tre ragazze, che arrivano dalla provincia americana, approdano a Manhattan per cercare fortuna. E, a loro modo, la trovano: una recita nei musical di Broadway, un'altra lavora nella pubblicità, la terza riesce a sposare un attore-cantante famoso. Poco per volta, però, la buona sorte le abbandona. E allora, per tirare avanti, l'unica consolazione restano le "bambole" ovvero, nel gergo di quegli anni, le pasticche che servono a trovare un po' di pace o di eccitazione. Finché anche quelle non si trasformano in uno strumento di autodistruzione. Pubblicato nel 1966, La valle delle bambole di Jacqueline Susann fu uno dei più clamorosi casi editoriali della letteratura americana, arrivando a vendere nel mondo oltre 30 milioni di copie (come Via col vento). Al grande successo contribuiva l'aura scandalosa di una prosa che metteva in scena, con linguaggio schietto, storie d'amore e di sesso, ma che, soprattutto, intercettava i cambiamenti nei costumi di massa. L'autrice era un'esordiente non più giovanissima, eppure incantava poiché riusciva a toccare, con voce autentica e senza autocensure, i temi brucianti della vita delle donne: il piacere, il lavoro, l'amore, il matrimonio. Non è dunque strano che oggi figure influenti come Gloria Steinem e Lena Dunham abbiano incoronato il libro di Jacqueline Susann come un classico della cultura pop. Un classico che oggi, a cinquant'anni di distanza, ha ancora molto da dire.

Arriviamo ora al pezzo forte di questo riepilogo: la mia ultima lettura, un gioiellino edito Sonzogno che si è fatto divorare in due giorni netti, nonostante la mole. La storia di Anne, Neely e Jennifer, apparentemente, non ha più nulla da raccontarci: la solita vicende di tre ragazzine che cercano il successo nella Grande Mela e vi trovano, a sorpresa, infelicità e menzogna. In realtà non si può non tener conto dell'effettivo anno di pubblicazione (1966), dell'impronta autobiografica (l'autrice stessa, a 18 anni, andò a New York in cerca di fortuna) e lo stile della Susann, scorrevole e appassionante ma che non ci risparmia nulla. Davvero siamo così lontane dai tempi in cui, per le donne, l'unica cosa importante era l'aspetto fisico (più ancora che il talento!), in cui a 30 anni si è già all'inizio della fine, in cui il mondo è creato dai maschi per i maschi? Cosa può esserci per noi, se non la valle delle bambole, quale altra salvezza può esistere, quando anche noi ormai vacilliamo?
Non è un capolavoro questo romanzo eppure l'amarezza che lascia alla parola "fine" sopravvive anche tempo dopo che il libro è già stato chiuso e riposto e un altro lo ha sostituito. Se la vita di Hollywood è più dura, non possiamo fare a meno di identificarla, senza quella teatralità, anche alla nostra vita di tutti i giorni. Le cose sono cambiate, davvero? A me questa storia ha lasciato solo amarezza e disgusto e disprezzo per personaggi per i quali possiamo soffrire ma che non riusciamo mai del tutto ad amare.

Virginia



10 commenti:

  1. Ciao Virginia, interessanti letture. Mi incuriosiva molto LA VALLE DELLE BAMBOLE, anche perchè tendenzialmente di Sonzogno mi fido. E anche del tuo gusto, infatti mi hai convinta ad acquistarlo. Sul primo non mi esprimo, non conosco questo autore. Diamogli una possibilità, se non altro mi attira molto la tematica.

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    1. Ciao Paola, grazie:) La valle delle bambole mi è piaciuto molto e mi sarebbe piaciuto dedicargli una recensione più approfondita, se non mi fossi trovata un po' con l'acqua alla gola e qualche recensione arretrata di troppo:( Sono contenta se ti ho convinta a dargli una possibilità, spero che ti piaccia! Bolano è senz'altro un autore particolare e un po' mi rode non averlo apprezzato, lo vivo un po' come un fallimento! Però io sono agguerrita (e ho a disposizione una biblioteca ben fornita), quindi non mi arrendo:)

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  2. Ciao Virginia, un bellissimo recap per tutti i gusti : profondità, dolcezza e introspezione! Adoro leggerti anche per questo lo sai <3 <3 In questa estate torrida io sto prediligendo il fantasy ma penso che arriverà anche il momento romance ma con quel pizzico di profondità e sensibilità che piace a noi ^_^ Sei davvero grande a continuare le tue letture con questo caldo pazzesco,anche quelle più impegnate, wow sei davvero grande! io penso di andare in ferie venerdì, lo spero perchè davvero sono alla frutta! Cosa sogno? aria condizionata e libri ahaha e poi dicono che sono "difficile"! un abbraccione con tutto il cuore <3

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    1. Ely, ti auguro di passare delle vacanze bellissime e rilassanti all'insegna dei libri e dell'aria condizionata (no, non è chiedere troppo)xD Ti ringrazio dei complimenti, il fantasy ci sta sempre, senza stagione:) Un abbraccio <3

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  3. Ciao Virginia ;)
    Mi fa piacere che ti sia piaciuto il libro della Armentrout! L'ho trovato anche io molto dolce, sicuramente Ryder è quello che lo ha reso semplicemente perfetto.. un po diverso dai suoi soliti personaggi maschili strafottenti, una vera sorpresa! Non mi dispiacerebbe che ne scrivesse di altri così!

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    1. Ciao Jessica! Anch'io ho apprezzato molto questo nuovo tipo di personaggio maschile e, come te, mi piacerebbe leggere qualcos'altro di simile. Anche il genere YA, le viene molto bene:)

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  4. Dopo questa breve recensione il libro della Sussan va finire dritto dritto in WL **

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    1. Grazie! Non vedo l'ora di leggerne la tua opinione, sperando che non ti deluda;)

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  5. Ciao Virginia, devo recuperare il libro della Armentrout e la valle delle bambole, complimenti per le mini - recensioni sono fatte piuttosto bene!

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    1. Grazie mille, sono felice se ti sono piaciute:) Te li consiglio entrambi, li ho apprezzati molto, anche se per motivi diversi:)

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