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mercoledì 22 marzo 2017

Recensione: Steelheart di Brandon Sanderson

Titolo: Steelheart (The Reckoners#1)
Autore: Brandon Sanderson
Traduttore: Gabriele Giorgi
Casa editrice: Fanucci
Numero di pagine: 381
Formato: Digitale


David è solo un bambino quando l'oscurità perpetua cala sulla Terra e in cielo compare Calamity, una misteriosa stella che dona a uomini e donne, prima di allora intrappolati nelle loro ordinarie esistenze, poteri fuori dal comune. Questi esseri straordinari vengono ribattezzati con il nome di Epici e ben presto il loro dono li rende avidi di supremazia sugli altri uomini. Due anni più tardi, a Newcago, la città che una volta era stata Chicago, David assiste all'assassinio di suo padre da parte di uno degli Epici più potenti, Steelheart. Ora cerca vendetta, e sa che l'unico modo per ottenerla è entrare a far parte degli Eliminatori, un'organizzazione che agisce nell'ombra, studiando le debolezze degli Epici e combattendoli strenuamente. E nonostante tutti pensino che Steelheart, cuore d'acciaio, sia invincibile, David sa che non è così, perché lo ha visto sanguinare con i propri occhi.


"Uccidevano perchè Calamity - per qualche ragione ignota - sceglieva solo persone orrende per ottenere i poteri? Oppure uccidevano perchè un potere tanto formidabile corrompeva una persona e la rendeva irresponsabile?"

Chi sono gli Epici, da dove vengono i loro poteri? Perchè Calamity ha scelto proprio loro? Ma, soprattutto, cos'è davvero Calamity?
Questo libro è un concentrato di domande e, alla fine, ancora non abbiamo risposte chiare. Non che David, il protagonista, abbia tempo da perdere su interrogativi che, almeno per il momento, non ha modo di sciogliere. No, lui ha un obiettivo, una missione su cui si consuma, in solitudine, da anni: uccidere Steelheart, il potentissimo Epico che, ormai una decina di anni prima, ha rivendicato come sua la città di Chicago - ora Newcago -, trasformandola in una distesa d'acciaio e oscurità. Nel corso di quella giornata campale che ha sancito la sua presa di potere, ha innescato un processo che si dimostrerà pericolosissimo per lui: ha ucciso il padre di David, ma non si è assicurato che, in quella banca, fossero davvero morti tutti. Perchè David ha visto il proiettile del padre ferire Steelheart, l'ha visto sanguinare, e ora sa che non è indistruttibile, che - come tutti gli Epici - anche lui ha un punto debole potenzialmente mortale. E, dopo l'omicidio a sangue freddo del genitore avvenuto davanti ai suoi occhi, ha un solo proposito: farlo sanguinare di nuovo.
Per farlo, ha bisogno di raccogliere ogni informazione possibile sugli Epici - un lavoro di attenta e minuziosa ricerca che gli prende 10 anni e pile di fogli e quaderni di appunti - e, poi, dell'aiuto degli Eliminatori.
Gli Eliminatori sono ciò che rimane della ribellione umana. Su una Terra sconvolta dalle lotte fra Epici, dilaniata dai loro portentosi poteri, non c'è più spazio per gli umani, se non come sudditi da governare, come formiche da schiacciare. In una Terra dove ormai la maggior parte degli uomini si è piegata alla superiorità degli Epici, gli Eliminatori combattono ancora, e girano di città in città uccidendo quanti più Epici possibile.

" << Noi vogliamo che siano gli altri a controbattere. Vogliamo ispirarli. Ma non osiamo prendere quel potere per noi stessi. E questo è quanto. Siamo assassini. Detronizzeremo Steelheart e troveremo un modo per strappargli il cuore dal petto. Dopodichè, che sia qualcun'altro a decidere cosa fare della città. Io non voglio farne parte. >> "

Nonostante sia un romanzo rivolto soprattutto a una fascia adolescenziale, il libro non è comunque privo di interessanti spunti di riflessione (che, comunque, saranno sviluppati coerentemente al target cui l'opera è rivolta). 
Steelheart è davvero una figura totalmente negativa? Moltissimi umani hanno trovato a Newcago quantomeno una stabilità se confrontata ad altre zone dell'America, dove non c'è un'unica figura di potere ma gli Epici al comando si susseguono, lottando fra di loro di continuo e devastando tutto. In quest'ottica Steelheart è riuscito a garantire una coerenza di fondo e molti servizi - come l'elettricità - assenti in altri luoghi sono qui disponibili. Il dubbio che viene instillato in David è: cosa accadrà, una volta ucciso Steelheart? Davvero è l'azione migliore, la più saggia? O, semplicemente, bisognerebbe rassegnarsi e prendere atto che, ormai, la situazione è cambiata, che il mondo non è più quello di prima?
Questo è uno dei fulcri tematici del romanzo, insieme a un'altra riflessione, che ho trovato davvero interessante. Gli Eliminatori sono dei ribelli che combattono per la libertà o dei volgari terroristi? Si battono usando la violenza - sebbene sempre cercando di tenerne fuori le persone innocenti - per ristabilire una realtà ormai apparentemente tramontata, mentre la stragrande maggioranza degli uomini si è ormai adattata alla nuova situazione. È giusto?
A queste domande, infine, darà risposta Prof, il capo degli Eliminatori e uno dei personaggi più interessanti del libro: è giusto battersi per la libertà, è giusto opporsi a un nuovo modo di pensare che porti a considerare la dittatura di Steelheart accettabile, se paragonata ad altre realtà. Perchè non è accettabile, non può essere accettabile una vita da schiavi, nel buio e nella paura.

" << Non puoi avere così paura di cosa potrebbe accadere da non essere disposto ad agire. >> "

Come dicevo, nonostante alcuni spunti è comunque una storia rivolta a un target giovane. E tale ne è, giustamente, lo sviluppo. Questo ci porta ad avere tra le mani un prodotto fresco, scorrevolissimo e anche divertente. L'azione non manca, anzi, è un libro che vedrei davvero bene al cinema - come tutti i libri di Sanderson, del resto. Abbiamo missioni segrete e pericolosissime, fughe rocambolesche, piani audaci, tradimenti e pure un po' di romance. A questo si aggiunga lo stile di Sanderson, che è pulito e scorrevole. I personaggi sono tutti ben caratterizzati e danno spesso luogo a divertenti siparietti.
Lo trovo un ottimo per una trilogia che unisce l'effervescente fantasia tipica di Sanderson (cosa succederebbe se i supereroi fossero i cattivi?) con il suo solito stile accattivante. Inutile dire che lo consiglio moltissimo e che non vedo l'ora di proseguire con i prossimi volumi.

Virginia

lunedì 31 ottobre 2016

Chiacchiericcio#5: Lucca Comics and Games 2016



Carissimi lettori, buon Halloween! In questa giornata nebbiosa perfettamente intonata alla celebrazione (a Bologna senz'altro) ho deciso di condividere con voi un Chiacchiericcio molto speciale, dedicato tutto al Lucca Comics and Games, fiera del fumetto, dei giochi e del fantasy per antonomasia qui in Italia e a cui io ho partecipato ieri per la mia primissima volta.
Innanzitutto, i motivi che mi ci hanno spinta. Non sono una cosplayer - anche se un pensierino talvolta lo faccio - e non leggo fumetti, per non parlare dei giochi (perchè nessuno li farebbe con me, ovviamente. Che persone noiose che conoscoxD). Allora, perchè andare?
Le risposte sono due.
Brandon Sanderson e Virginia de Winter.
Per chi bazzica questi luoghi da un po' deve avermeli già sentiti nominare. Sono due scrittori fantasy che io amo moltissimo e che ieri sono finalmente riuscita a incontrare. La particolarità di questa esperienza è stata ancora più ampia, fra l'altro, perchè chissà quando Sanderson tornerà mai nelle vicinanze dalle lontane Americhe e Virginia de Winter si è mostrata per la prima volta in pubblico con questa presentazione. L'emozione è stata, in entrambi i casi, grandissima e io ho sorriso tutto il tempo come una scema.
Ma andiamo con ordine.
Nonostante tutti i miei tentativi, non sono riuscita a fare una cosa semplice come passare una foto dal telefono al blog. Avrei voluto mostrarvi quella che io e mia sorella abbiamo fatto con Sanderson, a testimonianza che si, è avvenuto davvero. Vista la mia inettitudine, però, vi rimando al mio profilo di Instagram, dove mi trovate come Virginia Fairfax Rochester, sempre con il faccione di Charlotte Bronte come foto di profilo. Là ho postato l'immagine in questione (fra l'altro, se in effetti siete curiosi e vi va di andare a vedere, secondo voi quale delle due ragazze sono? Piccola curiositàxD).
Adesso eccovi la mia versione un po' più dettagliata.
Eravamo piuttosto pochi a farci firmare i libri. Io e mia sorella ci eravamo portate i primi - e per ora unici - due volumi delle Cronache della Folgoluce: una l'ha dedicata a me, una a Teresa, personalizzandola con una piccola frase molto cara ai fan (life before death e bridge four*-*). C'è stato il tempo per un saluto e qualche domanda, la firma e le foto. Sono uscita - e non sto esagerando - con le ginocchia deboli per l'emozione. Incontrarlo, finalmente, è stato bellissimo.
L'incontro con Virginia de Winter è stato un po' più articolato, perchè non ci sono stati solo gli autografi ma anche la presentazione de La spia del mare, che io ho acquistato proprio ieri allo stand della Mondadori.
Che dirvi, senza invadere la privacy di questa bravissima scrittrice?
Virginia non me la sarei mai immaginata così. Si guardava intorno intimidita, quasi incredula di vedere che tutti noi eravamo lì per lei. La prima cosa che ho pensato, sentendola parlare, è che mi sembrava una persona dolcissima. Sui social - dove tutti siamo più disinvolti, certo - l'ho conosciuta come ironica, divertente, brillante. Si, è anche tutte queste cose, ma ha un lato di dolcezza che non mi ero aspettata e che mi ha colpita subito al cuore. Mi è piaciuto quello che ha detto e come l'ha detto; mi ha colpita con la sua disponibilità e con la sua gratitudine per noi fan. Mi ha fatta sentire importante - ci ha fatti sentire tutti importanti - dando attenzione a tutti, riservando uno sguardo e una parola affettuosa a tutti. E si, ho ANCHE le sue foto, ma voglio rispettare la sua riservatezza, che da sempre protegge, e rimarranno nel mio cellulare e nel mio cuore.
Se Sanderson e la de Winter hanno monopolizzato la giornata, c'è anche stato posto per altro. Lucca è una città bellissima e mi sarebbe piaciuto vederla con un po' più di calma, senza dover fare a pugni per ogni passo (ma quanti eravamo domenica??). La giornata era calda e soleggiata, perfetta per camminare senza meta e perdersi ad ammirare i cosplayers (bravissimi, davvero!) e mi si è scaldato il cuore nel rendermi conto che, per quanto sola con le mie stranezze possa sentirmi a volte, in Italia siamo tanti, tantissimi, tutti pronti a emozionarci, travestirci e farci chilometri solo per poterci riunire, per poter incontrare i nostri autori preferiti, scoprire un nuovo gioco/fumetto/libro.
Questa giornata, nella mia miglior tradizione, non è stata priva di ansie (per fortuna Teresa è una persona molto più pacata, altrimenti non so come fareixD). L'ansia di non trovare questo famigerato Padiglione Carducci ("Si, signorina, è dall'altra parte della città"!!) e di non arrivare in tempo, l'ansia di esserci perse a Lucca (mi perderei pure a casa mia se fosse umanamente possibile) e non per ultima l'ansia di aver perso lo shuttle per Bologna (arrivato con 30 minuti di ritardo, ci tengo a precisare. L'ansia era giustificataxD),
Ma quante altre cose belle ci sono state? Quante persone ho conosciuto, che probabilmente non incontrerò mai più, di cui magari non so i nomi? In fila per Sanderson, con altri due appassionati di fantasy (non mi capita spesso di parlare con appassionati come voi, ragazzi!); in fila per l'autografo della De Winter (ancora fantasy come se non ci fosse un domanixD). Soprattutto, il gruppo di disagiati sullo shuttle per Bologna, compagni di ansie e di giochi demenziali durati per due ore e mezzo e con i quali mi sono fatta tantissime risate, chiudendo degnamente le giornata.
Questa esperienza è stata bellissima e sono felice di averla potuta fare e di averla fatta con mia sorella. Spero di poterla ripetere, ma in ogni caso è stato uno dei giorni più emozionanti della mia vita.

Virginia