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giovedì 11 maggio 2017

Recensione: Ogni notte vengo da te di Antonietta Mirra

Titolo: Ogni notte vengo da te
Autore: Antonietta Mirra
Casa editrice: Selfpublishing
Numero di pagine: 320
Formato: Digitale

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Alastair è un uomo il cui corpo è ormai diventato come il vento, che vaga nei secoli, alla ricerca dannata di colei che ama e che una maledizione lo ha costretto a perdere, ancora prima di averla avuta davvero.
Helena è una ragazza come tante che nel cuore racchiude un impronunciabile segreto: da adolescente incrocia nei corridoi della scuola, lo sguardo di uno sconosciuto che le penetra l’anima. Un ragazzo misterioso che indossa un cappuccio, di cui intravede solo i lunghi capelli neri e gli occhi così intensi da impedirle di dimenticarli.
Da quel momento non lo vedrà più ma sarà disegnando il suo volto che tenterà di tenere quel ricordo ancora in vita nel suo cuore.
Quando tutto ormai sembra parte del passato e della memoria, l’incontro con Emily, una ragazza che ama scrivere, sconvolgerà la vita di Helena, conducendola ad un bivio che la farà tremare: credere o non credere che la scrittura può donare la vita e riportare colui o colei che amiamo?
Ogni notte vengo da te è la storia di Alastair ed Helena, la storia di due mondi lontani che s’incontrano, di una maledizione che non ha fine finchè qualcuno non la spezzerà, sacrificando tutto in nome di un amore che esige sangue e morte in cambio dell’eternità.
Ma è anche la storia di un sogno, un sogno così grande da mettere i brividi, un sogno che questa storia può donare a chi sceglie di appartenergli, per una notte o per sempre.

Non smettere mai di chiamarmi. Oltre questo silenzio,
io tornerò sempre da te.

Ciao a tutti lettori. Nel momento in cui questo post compare magicamente sugli schermi, io sarò intenta a sostenere l'esame di Storia Romana, sperando con buoni risultati.

Oggi vi recensisco un libro mandatomi in anteprima dall'autrice, Antonietta del blog L'amica dei libri, che ringrazio moltissimo per la fiducia accordatami.
Quindi, eccovi il mio parere.

"Sono un giro muto, un cammino sperduto, se mi seguirai cadrai, è questo che vuoi? Bimba dai capelli così lunghi e scuri, la mia attesa è fatta di sbarre di metallo e cera, ciò che tu sciogli non basta, il tuo fuoco non arde abbastanza. Voglio di più e ancora. Hai paura? Scappa, perchè non ti riporterò indietro. Conserva il tuo cappuccio rosso, il lupo non è morto."

Mi aspettavo qualcosa di oscuro e conturbante quando ho iniziato, trepidante, il libro di Antonietta. Ed è proprio quello che ho avuto.
Con il suo stile, a metà fra la fiaba e la maledizione, l'autrice ci imbastisce una storia di orrore e amore, perdizione e salvezza. Di volta in volta ci troviamo risucchiati in atmosfere spettrali e inquietanti, illuminati solo da un flebile raggio lunare; veniamo a sapere di maledizioni e spiriti inquieti che non vogliono saperne di quietarsi per sempre. I misteri si srotolano inesorabili con lo scorrere delle pagine e il lettore, ammaliato, rincorre i protagonisti sulla via oscura che si ritrovano a percorrere. 

"Sin da piccola ero attratta dalle epoche medievali e da quelle romantiche, odiavo la modernità perchè la consideravo fredda e priva della possibilità di sognare. "

Helena e Alastair sono legati, sebbene agli inizi non sia chiaro nè a lei nè al lettore quale sia il vincolo che avvince una ragazza dei giorni nostri e un uomo vissuto secoli fa, la cui storia è un mistero dimenticato che solo l'amore e la scrittura possono riportare alla luce.
A capitoli alternati, Helena ci racconta una storia di solitudine e della sua ossessione per un ragazzo che ai tempi della scuola l'ha fulminata con un unico sguardo oscuro. Un'impressione talmente forte che lei ha continuato a cercarlo e a ricrearlo nel disegno, delineando con la matita un volto che cresceva con lei e che lasciava infine l'adolescenza per diventare uomo. Un volto che occupa ogni suo pensiero, che è il fulcro di ogni sua inquietudine.
A modo suo, anche Alastair la sta cercando. Di lui sappiamo poco, quel poco che sa lui stesso: il suo nome, suo padre ucciso, il re che lo perseguita, la ricerca senza fine di una madre di cui non conserva quasi alcun ricordo. Che sia lei a custodire il segreto di un passato che sembra celare molte, troppe insidie? Nel suo viaggio per cercare lei - e sè stesso - ricorderà cose che sarebbe stato meglio rimanessero sepolte nella memoria, nella colpa e nel dolore.
Ma, soprattutto, incontrerà Lei.

"Padrona di ogni mia notte e di tutti i miei sogni, era la dama incontrastata di ogni mio incubo..
(...)
La mia signora, la mia distruttrice, con il suo sguardo di pietra, prometteva condanna e derideva qualsiasi salvezza."

Oltre ai due protagonisti, importantissime sono altre due figure, altrettanto legate a questa vicenda dei diretti protagonisti. Sono Emily, che entra all'improvviso nella vita di Helena e vi porta la chiave per svelare il mistero che l'ossessiona da sempre, e Daniel, una figura misteriosa che esercita su Helena un fascino inspiegabile e che assomiglia terribilmente allo stesso Alastair...
Il punto forte di questo libro è, a mio parere, la storia. È una storia di passione e maledizione, oscura e conturbante; le sue atmosfere sono da favola gotica, quasi spettrali in alcuni punti chiave, e tutta la narrazione è permeata dal senso di mistero e desiderio di sciogliere finalmente ogni segreto.

"I suoi tormenti fatti di tuono e vento sarebbero diventati aria e non tempesta, perchè la tempesta trascina, l'aria accarezza. Il fuoco che bruciava nelle sue membra, fatto di rabbia e di vendetta, sarebbe diventato come la terra, perchè il fuoco consuma ma la terra conserva. Essere terra per lei e permettere ai suoi piedi di camminare, tanto a lungo da affondarci. Terra in cui nascondersi senza chiedere perchè. Voleva diventare il suo punto fermo in mezzo all'universo e trovare un luogo, un nome, una voce che la riportasse indietro."

Purtroppo, nella lettura sono incappata in qualche difficoltà che ha un po' limitato il mio gradimento generale.
Il mio maggior punto interrogativo è lo stile. La scrittura di Antonietta è ricca ed elegante, ma tende a rallentare la narrazione, in particolar modo agli inizi. Con il procedere della storia, poi, il senso di estraniamento diminuisce e lo stile contribuisce a ricreare l'atmosfera suggestiva e quasi favolistica di cui vi ho già parlato. Certo, non è uno stile per tutti, me ne rendo conto.
L'altro mio dubbio è relativo all'ambientazione. Non so se sia stato fatto apposta o meno, ma manca un qualunque tipo di riferimento geografico. Solo dai nomi anglofoni, intuiamo che potremmo trovarci in Inghilterra o in America, ma non viene mai confermato nè smentito. Alla lunga questo mi ha creato un po' di confusione, avrei voluto avere qualche coordinata in più e, in generale, una ricostruzione degli ambienti un po' più precisa. Antonietta, a mio parere, si è concentrata molto sull'atmosfera, che sicuramente le è venuta bene, ma ha trascurato quest'altro aspetto.
Dei personaggi, mi sono ritrovata molto in Helena ed Emily. Mi ha colpita molto il legame che è venuto a crearsi fra di loro, due ragazze sole e in cerca di qualcosa, entrambe con un animo artistico (Helena disegna ed Emily scrive). Nel momento in cui si incontrano, è come se la solitudine che da sempre le gela iniziasse un po' a sciogliersi: entrambe cercano la stessa cosa e incontrandosi trovano un legame che si salda grazie all'obiettivo comune.
Emily è, d'altro canto, anche un personaggio ambiguo, cosa che sicuramente ha contribuito a farmela apprezzare ancora di più.

"Tentavo invano di farla ragionare ma ormai non mi ascoltava più, anzi forse non mi aveva mai ascoltato davvero in tutto quel tempo, da quando ci eravamo conosciute. Aveva sempre pensato ad un'unica cosa: scrivere quella storia e io le servivo come punto d'incontro tra la sua fantasia e la realtà. "

Ho amato Emily perchè incarna in sè l'archetipo dello Scrittore, che è solo una mano al servizio dei suoi personaggi. Intrigante il concetto che la sua stessa essenza li nutra e che loro inizino a loro volta a consumare chi crea.
In conclusione, il libro mi è piaciuto e lo consiglio. Si tratta di una prima pubblicazione e in quanto tale è senz'altro da apprezzare. Si, ha ancora qualche aspetto immaturo ma credo che il potenziale sia buono, quindi Antonietta continua così;)
E io vi saluto, cari lettori. Fatemi sapere se il libro vi incuriosisce e se intendete leggerlo:)

Virginia