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mercoledì 1 novembre 2017

CineRecensione#15: Stranger things (II stagione)

Anno: 2017
Episodi: 9
Produttore: Netflix

SPOILER SULLA PRIMA STAGIONE

Buongiorno a tutti e buon primo novembre! Avrei voluto pubblicare questa recensione ieri ma non ce l'ho fatta, quindi eccovi oggi il mio parere sulla seconda, attesa stagione di Stranger things.
È passata un anno da quando Will è tornato dal Sottosopra e Undici ha ucciso il Demogorgone. Tutto sembra tornato alla normalità: Nancy e Steve stanno insieme, i quattro amici Dustin, Mike, Lucas e Will sono tornati uniti e Joyce ha iniziato una relazione con Bob, vecchio compagno di scuola e cervellone, un uomo un po' goffo ma molto dolce, che prova in tutti i modi non solo ad essere un buon compagno per Joyce ma anche un padre per i suoi figli.
Tutto sembra andare bene. Eppure.
Cos'è la normalità dopo che hai combattuto un mostro, dopo che la ragazza di cui sei innamorato è morta per ucciderlo, dopo essere stato nel Sottosopra? Com'è possibile tornare a ciò che era prima? 
Non è possibile, infatti. E così Mike non riesce a smettere di sperare che Undi sia lì, da qualche parte, ad ascoltarlo; Nancy non riesce a superare la morte di Barb, a non sentirsi responsabile della sua morte. E Will vede qualcosa, un'ombra mostruosa nel Sottosopra che, secondo i medici del laboratorio di Hawkins, è solo il residuo del trauma subito un anno prima. Ma ovviamente non è così e un nuovo pericolo sta per abbattersi su Hawkins e i suoi abitanti.



Non ho apprezzato subito questa seconda stagione. Agli inizi, anzi, ero un po' delusa e solo dopo gli ultimi episodi e una valutazione a posteriori sono riuscita a collocare bene questa stagione.
Parto con gli elementi che non mi hanno convinta:
1. Jonathan. Lui è stato il mio personaggio preferito della prima stagione e avevo grandi aspettative per ciò che gli sarebbe successo, in particolare della sua relazione con Steve e Nancy. Invece in questa seconda stagione il suo è un ruolo assolutamente marginale e, anche se ci danno #unagioia, non basta ad addolcire l'amarezza di un'occasione mancata. E questo discorso coinvolge anche Nancy! Un personaggio che ci ho messo un po' ad apprezzare ma che poi mi aveva convinta e appassionata ed è qui protagonista di un filone abbastanza noioso e poco convincente.
2. Steve. Un personaggio non fra i migliori ma comunque che ha una sua rivalutazione, che progredisce ulteriormente in questa stagione. Solo che non mi è piaciuto il modo in cui lo hanno fatto rapportare a Nancy e Jonathan. Se della prima non voglio dire nulla per non fare spoiler, nel secondo caso posso dire tranquillamente che credo abbiano segnato un record: in otto puntate da un'ora credo che Jonathan e Steve non si siano rivolti neanche una mezza parola. Cioè, capiamoci. Questi sono innamorati della stessa ragazza, hanno combattuto esseri sovrannaturali, si sono salvati la vita l'un l'altro e... Neanche un ciao? Ma sul serio? Mah!
3. Joyce. Nel senso che - e in questa stagione è più evidente che mai - ha solo un figlio ed è Will. Jonathan è uno che casualmente vive a casa sua, è già tanto se se ne ricorda il nome.
4. Il fatto che Dustin e Lucas si innamorino della stessa ragazza. Non potete essere così cattivi, gente. Loro sono troppo puri e non se lo meritano:'(
5. In generale è meno originale della prima stagione.

Detto questo, adesso passiamo alle cose belle, e sono tante!
Per prima cosa, Undici.
Undi è la protagonista per eccellenza della seconda stagione e riprende con perizia la caratterizzazione iniziata nella prima. Ciò che amo di lei è il suo essere al limite. È una ragazzina dai poteri incredibili, cresciuta in un laboratorio e continuo oggetto di esperimenti, senza una briciola d'amore. Nel momento in cui si libera, gioca sul filo dell'instabilità. In questa stagione dovrà imparare a fare una distinzione fra giusto e sbagliato, a separare la vendetta dalla giustizia, a capire chi vuole essere. Posso solo dire che la sua scelta mi ha resa davvero orgogliosa e che è la prova di come il personaggio sia cresciuto. Ho amato il suo rapporto con Hopper, che rimane uno dei personaggi migliori della serie, così come l'ho adorata con Mike*-*
Credo che sia un'attrice molto brava ed è riuscita a interpretare bene un personaggio non certo facile e in continua crescita. Il finale con lei è stato pazzesco, sprizzava epicness da tutte le parti e io stavo morendo per i troppi feels *ha un attacco di convulsioni.
Ma in generale tutti i bimbi sono stati meravigliosi, anche se Dustin si distingue sempre per patatosità.

Un attimo di silenzio per il sorriso più tenero della tv*-*

Abbiamo qui una new entry, la rossa Max. Un'altra figura femminile, molto diversa da Undi ma ancora non ben indagata. Max è una ribelle, un vero maschiaccio che si farà incantare subito dal mondo segreto dei nostri nerd preferiti.
Per quanto riguarda gli adulti, abbiamo anche qui un nuovo personaggio: Bob, il nuovo compagno di Joyce, un uomo dolce e tenero a cui voler bene viene naturale, un eroe un po' diverso dal solito ma non per questo meno importante. Siamo tutti concordi che Bob è solo da amare, vero?
Il rapporto Joyce - Hopper continua sui binari della prima stagione: sono amici e si vogliono un sacco di bene e mi piacerebbe che il loro rapporto rimanesse sui toni dell'amicizia, ma tanto lo sappiamo tutti che sono destinati a mettersi insieme (WHY???).
In generale, Stranger things è uno strepitoso mix di musiche e ritmo. Finito un episodio ne vuoi vedere un altro, in un circolo vizioso che ti porta con le occhiaie violacee e un senso di vuoto al pensiero che manca un anno - UN ANNO! - alla terza stagione. Non si è mai stanchi, anche nei momenti in cui ero meno convinta dalla direzione presa non riuscivo a staccarmi. Gli ultimi episodi, poi, sono stati un tripudio di feels, in particolare la fine dell'ultimo, un momento bellissimo e una conclusione molto più emozionante di quella - un po' tirata via - della prima stagione. Il fatto è che, a mio parere, questa seconda stagione chiude un ciclo e con la terza se ne aprirà un altro. Per questo ci voleva un finale un po' più soddisfacente e "definitivo". Godiamocelo, perchè fra un anno ho idea che verranno di nuovo rimescolate tutte le carte e piangeremo tutte le nostre lacrime.
Che devo dirvi, anche se con un inizio un po' traballante sono di nuovo innamoratissima di questa serie e già mi mancano i personaggi e le atmosfere. La terza stagione non arriverà mai troppo presto*-*

Virginia

venerdì 27 ottobre 2017

CineRecensione#14: Goong

Anno: 2006
Episodi: 24
Categoria: KDrama

Siamo in una Corea alternativa. La differenza fondamentale è che c'è ancora la monarchia e una famiglia reale un po' sulla scia di quella inglese. Quando il re mostra segni di cattiva salute, si decide di far sposare il principe ereditario, Lee Shin, di soli 19 anni. Ma c'è un precedente accordo per il matrimonio del principe, che è stato combinato molti anni prima con una ragazza di origini modeste, casualmente sua compagna di scuola, la comunissima Chae Kyeong. Shin accetta per dovere e Chae Kyeong per aiutare la sua famiglia, economicamente in difficoltà. I due ragazzi hanno caratteri opposti. Come finirà la loro convivenza?

Buon venerdì a tutti! Siamo ormai arrivati al finesettimana e io oggi torno a parlarvi di drama coreani. Lo so, ultimamente sul blog hanno latitato, ma solo perchè sono lenta a vederli e ne avevo beccato uno che non mi aveva presa per nulla (e io scema che l'ho finito comunque-.-). Fatto sta che la mia passione continua, non si è fermata e, se da una parte non vedo l'ora di potervi parlare della mia visione in corso (CAPOLAVORO*-*), penso che anche Goong abbia diritto a un suo post personale. 
Questo drama è uno dei classici, ovvero uno di quei drama di ormai qualche anno fa e di grande successo che devono entrare, prima o poi, nel curriculum di ogni doramista degno di questo nome. Io li ho ormai visti quasi tutti (i più nominati, oltre a Goong, sono Boys over flowers, Heirs, Coffee prince, Secret garden e You're beautiful, tanto per farvi i nomi), ma immagino che qualcuno ancora manchi - sentitevi liberi di consigliarmi, se sapete qualcosa in materia.
Detto questo, partiamo dalla recensione.
Questo è un drama che si sviluppa con calma. Non è uno di quelli che ti tengono sempre col fiato sospeso, ma ha un suo proprio ritmo e ti conquista pian piano, finchè non arrivi alla fine e non ti rendi conto di esserti affezionato a tutti i personaggi e che i temi trattati sono stati piuttosto importanti, accostati come al solito a una trama in cui si alternano il filone romantico e quello degli intrighi.
La prima cosa su cui vorrei concentrarmi è lo sviluppo e l'approfondimento dei due protagonisti, Shin e Chae Kyeong.
Non potrebbero essere più diversi, nel momento in cui si ritrovano a sposarsi. Lui è cresciuto per essere re: è freddo, scostante e un po' arrogante. Agli inizi è difficile farselo piacere, ma conoscendolo meglio cominciamo a capire quanto solitaria e arida sia stata la vita di Shin. Incatenato al suo ruolo fin dalla più tenera età, è un giovane uomo carico di doveri e responsabilità, che non ha quasi avuto amici o affetto vero, perchè nel Palazzo i ruoli vengono prima delle persone e la formalità strangola ogni barlume di vero sentimento. Per questo diventa freddo, quasi insensibile. Comincia a capire che la vita può riservare altro nel momento in cui sposa chae Kyeong. Lei è il suo esatto opposto: è spontanea, sincera, ingenua e un bel po'  immatura. La persona meno adatta per diventare regina all'apparenza, e in effetti abituarsi a questa vita totalmente diversa da ciò a cui era stata abituata fino a quel momento è dura. A rendere tutto più facile e complicato a un tempo è il rapporto con Shin. Il maggior problema fra i due nasce da una comunicazione completamente sbagliata, come capiamo ben presto con l'andare avanti degli episodi. Lui, semplicemente, non sa comunicare. È stato sempre il principe, circondato da servitori e senza amici, In tutti questi anni di rapporti superficiali, non ha imparato a comunicare. Non sa chiedere scusa nè gestire le emozioni, perchè non è abituato a provarne di così intense. E Chae Kyeong, senza farlo apposta, non fa che scuoterlo dalla sua apatia: lo fa arrabbiare, ingelosire, divertire. In definitiva, lo fa innamorare, ma l'amore per una personalità simile è difficile da gestire. Il suo personaggio maturerà moltissimo e il Shin dell'ultimo episodio è molto diverso da quello del primo.
Lo stesso può dirsi per Chae Kyeong. Il suo è un processo opposto: laddove Shin si ammorbidisce, lei si indurisce. Perde parte della sua spontaneità nel mondo formale e rigido dei reali e, soprattutto, cresce. Impara a confrontarsi con situazioni mai immaginate e ne esce più forte - anche se con un po' di amarezza e disillusione in più. In definitiva, mi sono piaciuti entrambi molto e li ho trovati molto ben assortiti come coppia.
Ma com'è la vita a Palazzo?
Non è rosa e fiori, nonostante ciò che sembra dall'esterno. I reali sono pieni di obblighi e non hanno un momento di pace, sono incatenati ai loro doveri nei confronti del popolo. L'arrivo di Chae Kyeong è come una ventata d'aria fresca, in questo ambiente. La sua goffaggine e inesperienza si attirano la disapprovazione di una parte della famiglia e il divertimento dell'altra. 
Ma uno dei temi principali di questo drama sono il futuro e i sogni. Shin e Chae Kyeong sono entrambi molto giovani ma già sposati e carichi di responsabilità. La corona non lascia spazio ad altro e ogni sogno viene accantonato. La famiglia reale è tutto meno che libera e immaginatevi come reagisce una ragazza qualunque di 19 anni che, all'improvviso, ha sempre guardie del corpo o servitori alle calcagna e che non può più neanche andare a mangiare fuori con le amiche. Che ne è dei suoi sogni? Goong ci parla anche della difficoltà di diventare grandi, quando i sogni si scontrano con la realtà e dobbiamo imparare a scendere a compromessi.


Ci sono poi un sacco di personaggi secondari e di intrighi. Siamo a Palazzo, del resto, e si sa che nei luoghi del potere qualcuno che cospira c'è sempre.
Così come ci sono anche quei personaggi di cui ti innamori, come l'adorabile nonna di Shin o i divertentissimi genitori di Chae Kyeong.
Come dicevo all'inizio, è un drama che ingrana lentamente ma che lascia un bel ricordo. Non uno dei miei preferiti ma sono felice di averlo visto.
E ora, come da tradizione, vi lascio la canzone che mi è piaciuta di più*-*




Buon finesettimana a tutti:)

Virginia


venerdì 13 ottobre 2017

CineRecensione#13: Black Mirror (I-II-III stagione)

Anno: 2011
Episodi: 3 (I); 4 (II); 6 (III)
Produttore: Netflix

Di solito inserisco qualche riga di trama nelle mie CineRecensioni (non scritta da me), ma questa volta no e dico subito il motivo: Black Mirror non ha una trama effettiva. Ogni stagione è un susseguirsi di episodi che cambiano ogni volta personaggi, ambientazione e trama e l'unica cosa che hanno in comune è la tecnologia, vera protagonista della serie.

Per questo motivo, mi limiterò a parlarvi dei singoli episodi che più mi hanno colpita, concludendo poi con qualche riflessione generale.

- Messaggio al Primo Ministro (1/01)


Il primo episodio è uno shock. Ed io ero stata avvertita, perchè è stata mia sorella a vedere per prima questa serie, a parlarmene di volta e in volta e poi a spronarmi a vederla. Quindi, ero preparata. Ma nonostante ciò, ho finito l'episodio con un fortissimo senso di nausea. La trama è presto detta. Una notte il Primo Ministro inglese viene informato che una delle principesse reali è stata rapita. Su Youtube è apparso un video, dove la ragazza, sotto istruzioni del rapitore, ha comunicato le condizioni del suo rilascio: il Primo Ministro deve avere un rapporto sessuale con un maiale, completo e non finto, e ripreso in diretta nazionale. Se non verrà fatto nel giro di 24 ore, la principessa verrà uccisa.
Una trama particolare a dire poco, per un primo episodio che ha il merito (?) di tenere incollati allo schermo, prima scettici, poi increduli, infine disgustati, esattamente come il Primo Ministro. Una riflessione su quanto l'opinione altrui (opinione pubblica nel caso del Primo Ministro) ci manovri, un tema molto importante per questa serie tv e che verrà affrontato ancora una volta. Da notare che qui la tecnologia è ancora a un livello contemporaneo, molto lontano dai livelli fantascientifici di tutti gli altri episodi.

- Orso Bianco (2/02)


Una donna si sveglia in una stanza. Non ricorda nulla, neanche il suo nome, e ha un gran mal di testa. Nel momento in cui esce fuori di casa, si trova a vivere un incubo. Circondata da persone che non fanno altro che filmarla continuamente col cellulare, verrà presa di mira da persone mascherate che brandiscono ogni genere di arma e cercano di ucciderla. L'unica speranza è raggiungere il fantomatico Orso Bianco, legato però a strani e confusi ricordi...
Questa è stata una delle puntate più terribili, dal punto di vista psicologico. E il motivo è tutto legato al finale, un colpo di scena che ribalta completamente il punto di vista dello spettatore e che lascia un senso di amaro e, di nuovo, quasi disgusto in bocca. Mai come in questo episodio ho sentito più forte il mio ribrezzo e la mia paura per l'umanità come massa.

- San Junipero (3/04)


Premiato ultimo episodio, credo che sia uno dei pochi che, nonostante qualche spunto sempre un po' ambiguo, si concluda positivamente (o comunque non in una maniera tale da farti desiderare di cavarti gli occhi). San Junipero è un paese strano e solo andando avanti con l'episodio si capirà davvero cosa succede in questo posto. Le protagoniste sono due giovani donne che si incontrano per la prima volta qui e, nonostante le grandi differenze tra loro, si innamorano. Non posso dire altro, altrimenti farei spoiler tremendi. 
Episodio privo di quel senso di abbattimento e disgusto che si accompagna alle altre visioni, è una sorta di boccata d'aria fresca. Molto bello, diverso.

Ho portato un solo episodio per stagione, ma me ne sono piaciuti - e molto - vari altri. Ciò che importa è che Black Mirror riesce, anche senza portare avanti un'unica narrazione coerente, a trasmettere con forza alcuni temi che ho trovato importantissimi e attuali.
Il primo - e il più controverso - è quello della tecnologia. Tecnologia che, lo ripeto, è qui futuristica, incredibile, fantascientifica. E, nonostante tutto ciò che si sente dire in giro, io credo che il messaggio di questa serie tv non sia da riferirsi tanto al pericolo di queste tecnologie così avanzate, ma in quello insito nella stessa natura umana. In ogni episodio visto, dove ogni sfumatura di progresso sembrava portare più infelicità e alienazione, mi sono resa conto che a condurre a questi risultati non era la tecnologia in sè ma l'uomo, che trasmette nell'oggetto le sue passioni, solitamente negative. E così in Ricordi pericolosi un supporto sostanzialmente innocuo (un chip che, comandato da un telecomando, permette alle persone di vedere i propri ricordi come un film) diventa lo strumento per un uomo ossessivo e paranoico per portare la propria psicosi a un livello superiore, fino al suo esito disastroso. Oppure in Torna da me diventa un modo per evitare una situazione dolorosa, un palliativo che impedisce alla protagonista di interiorizzare e superare un lutto. Mi è piaciuto dunque questo controverso rapporto tecnologia/uomo, in cui è l'uomo - sempre e comunque - a sfruttare il potenziale dannoso della tecnologia, con un processo che, sebbene in scala minore (ma perchè parliamo di tecnologie molto meno avanzate!) vediamo in atto anche ai giorni nostri. Ma se generalmente ci si scaglia contro la tecnologia in sè, la serie conferma il mio pensiero, ovvero che la responsabilità sia nella persona, che sfrutta in maniera positiva o negativa un potenziale.
Black Mirror affronta ogni faccia di questa nostra nuova realtà e non trascura nè i reality show nè i social network. Nel primo caso, l'episodio più significativo è 15 milioni di celebrità, una sorta di distopia in cui l'unico modo per fuggire a una realtà alienante è guadagnare abbastanza punti e partecipare a un reality show, la classica occasione in cui si dice che solo 1 su 1000 ce la fa. Il finale è, come quasi sempre del resto, molto amaro e ci porta in un mondo fatto di curiosità morbosa e crudeltà. I giudici, cattivi e sempre indifferenti alle persone che hanno davanti, sembrano usciti da uno dei nostri programmi e la freddezza con la quale decidono delle persone e distruggono uno dei momenti culmine dell'episodio è terribile.



Ecco qui la scena in questione (anche se priva del finale, per non spoilerare troppo), un momento di grandissima intensità emotiva appena prima che tutto precipiti e che parla direttamente a noi e alla nostra realtà, una realtà fatta, come dice Bing, di cazzate, di cose che non esistono e di falsità. Ogni cosa è presa, distorta e commercializzata, spettacolarizzata. Un finale tremendo anche in questa puntata, ma perfettamente in linea con l'umanità - purtroppo anche fin troppo veritiera - di Black Mirror.
Come vi dicevo, si parla anche dei social network e l'episodio dove l'argomento viene affrontato nella maniera più diretta è Caduta libera, dove a monopolizzare la vita delle persone è una sorta di Instagram. In questo episodio vediamo come un social network possa impattare in maniera effettiva sulla vita di una persona, delineando una sorta di nuova classe sociale. La ricchezza, dunque, si combina con valutazioni alte (il corrispettivo dei like di facebook) e la protagonista Lacey, novella parvenu, cerca in tutti i modi di diventare parte di quel mondo dorato da lei guardato con invidia da sempre, un mondo dove vivono la crudeltà e la falsità, caratterizzato da repentino successo ma anche da disastrose cadute.  In Odio universale, invece, i social network mostrano invece l'altra faccia, quella che vede il popolo del web unito contro un capro espiatorio sempre diverso, odiato in maniera violenta e irrazionale, un odio insensato ma non per questo meno intenso, che trova nei social, anche oggi, un ottimo modo per esprimersi.
Un altro aspetto che questa serie tv analizza, è l'immedesimazione dello spettatore con il carnefice. Questo è particolarmente evidente in Orso Bianco e in Zitto e balla. Sono due puntate che farei vedere a chi è favorevole alla pena di morte, perchè credo che lasci molta amarezza e molti dubbi. Uno degli effetti, sicuramente, soprattutto del primo episodio, è il ritratto del popolo come massa, che si pone come giudice e giuria, un fenomeno legato a doppio filo con il discorso che facevo prima per i social e a cui possiamo tranquillamente assistere ogni giorno, sul web come nella vita. In un mondo dove sparare giudizi e pareri non richiesti è diventata l'abitudine, Black Mirror ci prende alla sprovvista, ribalta la prospettiva e, in definitiva, ci frega alla grande. Giudica il peccato e non il peccatore, si dice, e anche nei casi più estremi l'umanità emerge potente, come il senso di pietà. O così dovrebbe essere, immagino. Se non vi è capitato, io mi preoccuperei, e lo dico tranquillamente.
Allo stesso modo, assistiamo anche a un processo di deumanizzazione della vittima in Gli uomini e il fuoco, una dura critica a quelle tecnologie che ci portano a mettere una qualunque distanza con altre persone al fine di poterle trattare con crudeltà senza rimorsi.
Questa serie mi è piaciuta davvero molto, anche se mi ha turbata. Non è una serie facile e non dà una lettura felice o positiva del mondo. È crudelmente realistica e non fa sconti a nessuno, non edulcora la realtà a nostro uso e consumo. È uno specchio, a tutti gli effetti. E l'immagine che ci rimanda è quella di un'umanità oscura.

Virginia







martedì 19 settembre 2017

CineRecensione#12: You are beautiful

Anno: 2009
Episodi: 16
Categoria: KDrama

Gemma è una suora in procinto di prendere i voti che si ritroverà a doversi spacciare per il proprio fratello gemello (temporaneamente bloccato in America) e a prendere il suo posto come membro di una famosissima boy band: gli A. N. Jell.



Buongiorno a tutti e buon martedì! Come vi avevo preannunciato nell'ultimo post, oggi si torna al lavoro con una CineRecensione, quello che sta diventando uno dei miei post preferiti perchè sono davvero poche le persone con cui posso parlare di drama e una delle comodità di avere un proprio blog è che... Be', posso parlare di quello che voglio. Se poi qualcuno è interessato a leggerlo è però un altro paio di manichexD
Ma a parte questo, oggi vi parlo di uno di quei drama che è considerato "storico", nel senso che non puoi vedere kdrama e non vedere anche un questo, un giorno o l'altro. Per parte mia, lo trovo anche perfetto per iniziare perchè è un perfetto mix di tutto e, sopra ogni cosa, ho notato che è uno di quei drama che mette d'accordo un po' tutti. A differenza di altre serie più controverse (Boys over flowers, un nome su tutti, che è amato e odiato con pari fervore), You're beautiful piace davvero a quasi tutti e questo, secondo me, perchè riesce a mettere in scena risate, lacrime, una bellissima storia d'amore e una ost che non ti scordi più.
Ma eccovi una recensione un po' più approfondita!

Uno dei motivi per cui ho amato tanto questo drama è per l'attrice protagonista, Park Shin Hye. Conosciuta con The Heirs, nonostante non avessi amato il personaggio avevo comunque apprezzato l'interpretazione dell'attrice e,vista la sua grandissima fama in patria, ero davvero curiosa di vederla in azione in qualche altro ruolo.
Dal primo momento in cui l'ho vista in You're beautiful, ho capito di avere davanti una ragazza capace di fare il suo lavoro. Se non avessi saputo di avere davanti la stessa persona, non ci avrei creduto! Qui Park Shin Hye non cambia solo l'aspetto fisico, ma si cala talmente bene nel ruolo da apparire davvero un'altra persona. Se la protagonista di The Heirs, Eun Sang, è infatti una ragazza cinica e dura, Mi Nam/Mi Nyu è invece ingenua e un po' tonta e lo trasmette in maniera lampante fin dalle buffissime espressioni facciali. 
Lo stesso personaggio mi è piaciuto molto. Nonostante Mi Nam sia a volte davvero ingenua ai limiti del paranormale, trasmette anche molta tenerezza. Non fa altro che cacciarsi in un guaio dopo l'altro e il suo amore per Tae Kyung è talmente puro e disinteressato che non si può davvero non parteggiare con lei. E così dopo le risate - e quante risate! - dei primi episodi, con il proseguire della storia e l'emergere di sentimenti inaspettati il tono si fa più serio.
Vi ho nominato Tae Kyung. Ora ve lo mostro: eccolo qui a lato, con la sua tipica espressione contrariata. Non so voi ma io sono morta dalle risate ogni volta che la tirava fuori - ed è successo spesso, poco da dire. L'interpretazione dell'attore mi è piaciuta molto, ho trovato che riuscisse davvero a creare un personaggio. Tae Kyung è indisponente, spesso antipatico e pieno di allergie. Per questo l'ho amato. Per questo e per la sua straordinaria intensità, che ovviamente in foto non traspare. Questo attore, che vedevo amato da tutte, davvero non mi ha detto nulla (anzi, l'ho sempre trovato bruttarello) finchè non l'ho visto recitare. Ecco, lì ho capito perchè tutte le spettatrici lo amino: perchè è intenso. In molte scene mi è quasi sembrato di avvertire fisicamente il suo sguardo su di me. La sua capacità poi di alternare momenti incredibilmente comici ad altri profondi è ciò che mi ha colpita e affondata del tutto. E basta, dopo Lee Min Ho (*-*) ho trovato la mia seconda crush coreana: Jang Geun Suk. Sono molto curiosa di scoprire se questa intensità pazzesca è solo frutto di una grande chimica con Park Shin Hye o se è una sua specifica caratteristica.


I due protagonisti non hanno nulla in comune. Lui la odia già per partito preso: il suo ingresso nel gruppo è un'imposizione, perchè Mi Nam pare abbia una voce più adatta di lui a cantare la nuova canzone degli A. N. Jell. Da parte sua, Mi Nam è terrorizzata: passa dall'essere sul punto di prendere i voti a fingere di essere il suo fratello gemello, membro di una boy band! Con la sua goffaggine, poi, non fa che combinare un guaio dopo l'altro e questo basta a far perdere definitivamente la pazienza a Tae Kyung.
La relazione che viene a svilupparsi fra i due è meravigliosa. Mentre li guardavo, avevo costantemente gli occhi a cuoricino, mi sono davvero sentita coinvolta da questa coppia così imperfetta. Imperfetta perchè lo sono entrambi e incappano in un sacco di incomprensioni. Ma ciò che mi ha davvero colpito è che, nonostante dei due sembri Tae Kyung il più forte, in realtà è Mi Nam la roccia della coppia, lei che si sacrifica sempre per lui e che si prende letteralmente in carico la sua felicità, nonostante una situazione che, procedendo con le puntate, diventa sempre più ingarbugliata, anche a causa della dolorosa e complicata situazione familiare di Tae Kyung (non vi dico altro, per non fare spoiler).


A dare un valore aggiunto al drama sono poi gli altri due membri della band: da sinistra a destra, Shin Woo e Jeremy. Entrambi instaurano una propria relazione con Mi Nam, che ha dato luogo a varie scene divertentissime e ad altre più tristi. Ammetto di non aver amato troppo l'attore che ha interpretato Shin Woo: l'ho trovato freddo e poco espressivo, ma il personaggio mi ha sicuramente conquistata e lo stesso si può dire per molte altre spettatrici. In effetti, il successo avuto dall'accoppiata Mi Nam/Shin Woo è stato talmente grande che gli attori sono stati coinvolti in un altro drama, Heartstrings, e ammetto di essere piuttosto curiosa di vederlo, anche soltanto per poter dare un'altra possibilità all'attore.
Questo drama, a mio parere, ha un solo grande difetto: il finale. 
L'ho detestato.
Chiariamoci, i drama coreani hanno spesso e volentieri dei finali poco efficaci, ma di solito riesco a passarci sopra piuttosto tranquillamente. In questo caso NO, anche perchè con "finale" intendo poi le ultime puntate, quando gli avvenimenti hanno preso una piega che mi ha molto contrariata e che, a mio parere, è stata tirata fuori per tirare la storia ulteriormente per le lunghe, arrivando addirittura a snaturare il personaggio di Tae Kyung, che io ho amato così tanto. Dopo attenta riflessione, ho deciso di rimuovere dalla mia mente le ultime puntate e di conservare il ricordo di un drama bellissimo che mi ha fatta ridere e commuovere e a cui ripenso ancora adesso, a più di una settimana dalla conclusione.
Infine, non posso recensire un drama senza riportarvi almeno l'ost più significativa (se ce ne sono state, ovviamente!). Questo drama in particolare è famoso anche per la sua ost, che ritorna in tutta la vicenda e che altro non è che la canzone scritta da Tae Kyung e assegnata poi a Mi Nam.
Ve la lascio qua sotto, perchè è bellissima e la sto ascoltando a ripetizione da una settimana*-*




Vi metto anche questo video che ho trovato su youtube e mi piace un sacco*-*



E per oggi vi saluto:)

Virginia









martedì 15 agosto 2017

CineRecensione#11: Stranger things (I stagione)

Anno: 2016
Episodi: 8
Produttore: Netflix

Stranger Things streaming è una serie mistery dai toni sovrannaturali ambientato negli anni ’80, segue le indagini sulla sparizione di un ragazzo che porteranno alla scoperta di esperimenti governativi top-secret e forze sovrannaturali dai poteri terrificanti.

Ciao a tutti:) Come molti di voi hanno potuto notare, ormai escono CineRecensioni come se piovesseroxD La verità è che ultimamente ho rallentato il mio ritmo di lettura, mentre la visione di drama/serie tv prosegue imperterrita.
Dopo un paio di mesi in cui mi sono immersa profondamente nei drama coreani, sono tornata a bazzicare un po' anche dalle parti di Netflix. Ad essere sincera, vorrei riuscire un po' ad alternare drama e serie tv, vediamo se riesco a portare avanti questo proposito.
Oggi, quindi, vi parlo di una delle più famose produzioni di Netflix. Da mesi mi ripromettevo di vedere Stranger things e, visto che il 31 ottobre dovrebbe uscire la seconda stagione, ho deciso di buttarmici.
E me ne sono perdutamente innamorata*-*
Intanto, sparatevi un po' il trailer;)



L'idea alla base di questa serie tv è semplicemente strepitosa. Ambientata in un paesino della provincia americana degli anni '80 (Hawkins), seguiamo tre filoni narrativi che, con l'approssimarsi della fine, vedremo intrecciarsi. Ma ogni cosa ha inizio con un unico fatto: la scomparsa di un ragazzino di nome Will Byers. Sembra un evento poco significativo. Come spiega Hopper, il capo della polizia, nulla di degno di nota è mai avvenuto a Hawkins ed è probabile che il bambino sia con il padre. Ma i giorni passano, Will non si trova, e la gente inizia a preoccuparsi. Partono le ricerche, ma qualcuno sembra voler insabbiare tutto e i protagonisti della serie dovranno districarsi fra intrighi governativi e cose che non sembrano appartenere al nostro mondo...
Uno degli aspetti più interessanti di Stranger things è che i protagonisti principali sono dei bambini. Gli amici di Will - Mike, Lucas e Dustin - decidono di indagare a modo loro e presto saranno aiutati da una bambina stranissima, che parla poco e ha un passato terribile: Undici, dal tatuaggio sul suo polso.
I bambini sono adorabili: sono dei nerd appassionati di scienze che giocano per 10 ore di fila a Dungeon&Dragons. Affrontano situazioni tremende ma riescono ad affrontarle grazie a un grande coraggio, molta fantasia e una bella dose di incoscienza. Come mi è stato fatto notare, sembrano i protagonisti di un libro di Stephen King (io non ho potuto non pensare a It mentre vedevo l'evolversi delle loro avventure). 
Altri co-protagonisti sono Jonathan e Nancy, rispettivamente il fratello di Will e la sorella di Mike. Non sono amici: sono adolescenti inquieti, ognuno vittima a modo suo dell'esclusione e del bullismo. Entrambi vivono situazioni difficili in famiglia, che li hanno fatti crescere troppo in fretta. E anche se sembrano agli antipodi l'uno dall'altra, i tragici eventi di Hawkins e una fotografia li avvicinano e li spingono a collaborare per sciogliere il mistero. 
Nei primissimi episodi Nancy non mi piaceva per nulla, ma ho poi gradualmente cambiato idea. Nonostante sia fisicamente fragile, nasconde una grande forza, che mostra in alcuni dei momenti più inquietanti di tutta la serie.
Jonathan, al contrario, è stato fin dall'inizio il mio personaggio preferito della serie. Nonostante sia giovanissimo, va a scuola e lavora e gli tocca il duro compito di essere l'uomo di casa di una famiglia bella ma disastrata. Oltre a questo, a scuola le cose non vanno molto bene: è visto come quello strambo, lo sfigato, ed è vittima di bullismo. Lui stesso fa fatica a rapportarsi con le altre persone: è più semplice fotografarle, come dice, quando si spogliano di tutte le menzogne per essere solo sè stesse. In quel modo, attraverso un obiettivo, sente di poter comunicare in qualche modo con loro.
Come dicevo, Jonathan e Nancy non sono amici, i loro mondi sono troppo lontani. Ma un caso li fa incontrare e una missione li unisce. Il rapporto che viene a instaurarsi fra di loro mi è piaciuto moltissimo e spero solo che nella prossima stagione avremo anche qualche intrallazzo romantico (*me fangirla senza ritegno).
Infine abbiamo Joyce e Hopper. Lei è la madre di Jonathan e Will, lui il capo della polizia di Hawkins. Entrambi sono provati dalla vita e un po' incasinati, ma sono combattivi e, sotto il sarcasmo e la vita disastrata, delle brave persone. In quanto adulti, a loro tocca l'indagine intesa nel modo più "canonico". Nonostante agli inizi Hopper sia scettico, è anche veloce a rendersi conto che qualcosa non quadra e che qualcuno sta cercando di nascondere qualcosa di grosso.
In questa serie, nessuno dei protagonisti è convenzionale. Chi più chi meno, sembrano tutti assolutamente inadatti a risolvere il mistero e, soprattutto, a fronteggiare ciò che vi si cela dietro. Per questo, forse, vederli all'opera è così incredibilmente appassionante.

Sicuramente l'ambientazione e le atmosfere ricreate incrementano il fascino di questa produzione. Sono stati ripresi tutti i cliches di un certo tipo di storie, sono stati mescolati insieme e serviti: un successo premeditato e ottenuto. La suspence, l'horror vecchio stile, i personaggi... Ogni aspetto di questa serie concorre a rendere la visione assolutamente irresistibile. Con Stranger things si fa un salto nel passato e non se ne vorrebbe più uscire. Per parte mia, come vi dicevo, sono stata assolutamente catturata da questa serie e non vedo l'ora che esca la seconda stagione.
E voi, avete visto Stranger things? In caso, che ne pensate?

Virginia

giovedì 3 agosto 2017

CineRecensione#10: Heirs


Anno: 2013
Episodi: 20
Categoria: KDrama

La storia segue un gruppo di studenti privilegiati e la loro vita quotidiana mirata ad eccellere per ereditare gli imperi economici delle loro famiglie. Ragazzi che sembrano avere tutto sotto controllo, tranne le loro relazioni sentimentali. Tra esili forzati, complotti, lotte di potere, Kim Tan e Cha Eun-sung si incontrano. Lui erede dell'Empire Group, lei figlia di una governante muta. Un amore proibito, complicato dall'arrivo di una fidanzata prestabilita, Rachel Yoo, e dalla presenza ingombrante del suo fratellastro, il bullo, Choi Young-do, improvvisamente innamorato di Eun-sung. Chi ha detto che essere dei ricchi e affascinanti liceali sia facile?
( Trama presa dal sito Anime Click)



Ciao a tutti:) Dopo la megarecensione di lunedì, ho pensato che un drama potesse distendere un po' gli animi (:P). Dopo Chicago Typewriter, torno con una storia scolastica (libri, serie tv... le ambientazioni scolastiche sono da sempre il mio guilty pleasure, non c'è trash da cui mi tenga lontana pur di tornare fra i banchi) e, soprattutto, torno con Lee Min Ho, mio primo amore coreano ( Boys over flowers vi dice niente?xD)*-*
Ad affiancarlo, due coprotagonisti di cui ho sempre sentito tanto parlare, ovvero la famosissima Park Shin Hye e l'altrettanto noto Kim Woo Bin. Ero davvero curiosa di vederli tutti insieme in un drama e a fermarmi in precedenza era stata solo la paura di ritrovare una storia un po' troppo simile a quella di Boys over flowers. Dopo essere stata però rassicurata, mi ci sono buttata subito e ho fatto bene, perchè mi è piaciuto un sacco.
Come potete vedere, la trama è piuttosto canonica e si, nelle premesse può ricordare Boys over flowers. In effetti, però, molti sono veri e propri clichè tipici dei drama (ragazza povera/ragazzo ricco, scontri in famiglia, eccetera), e soprattutto la storia ha modo di svilupparsi in maniera autonoma pur con premesse simili e soprattutto di portare all'attenzione dello spettatore dei personaggi molto diversi da quelli dell'altro drama.
Ho amato i personaggi, in particolare i coprotagonisti maschili, Kim Tan (Lee Min Ho) e Choi Young Do (Kim Woo Bin). Entrambi sono molto complessi, a mio parere, e il loro passato condiviso, fatto di amicizia e tradimenti, emerge lentamente, dando un nuovo significato a un odio reciproco che non era ancora stato spiegato.
Tan è ricco, bello e popolare, ma all'inizio del drama lo ritroviamo in America, dove studia da 3 anni. Potrebbe essere un sogno, solo che per lui è una punizione: è stato esiliato là per una colpa imperdonabile e inevitabile, ovvero il fatto di essere un figlio bastardo in una famiglia molto nota e molto potente. Questo è il segreto della famiglia Kim, dove ogni suo membro sembra costantemente in lotta con l'altro: il patriarca, anziano e malato, ha avuto un figlio (Won) dalla prima moglie ormai morta; dal secondo matrimonio non sono nati figli, ma un figlio è nato dalla sua relazione con l'amante, la madre di Tan. La situazione in casa è tesa a dir poco: la madre di Tan (non ne ricordo il nome, sorryxD) vive da anni praticamente da reclusa, anche se nel lusso. Non può quasi uscire di casa e la sua esistenza e posizione è tenuta segreta a tutti: non solo non può reclamare il suo diritto ad essere la madre di Tan ma deve inoltre sottostare ai maltrattamenti della legittima moglie del marito, che non vive con loro ma è conosciuta come la madre di Tan: è una donna potente, ambiziosa e rancorosa. In questo idilliaco quadretto familiare si inseriscono i due figli: Won è il figlio maggiore, quello che desidera solo subentrare nell'azienda di famiglia. È freddo e controllato e, soprattutto, pieno di rancore nei confronti di Tan, riconosciuto come legittimo dal padre e destinato da lui a ricoprire un ruolo di pari importanza a quello del fratello nell'azienda. Per questo Tan, che a dispetto di tutto ama molto Won, viene mandato in America e lì rimane per anni, sperando così di guadagnarsi l'approvazione del fratello. Tan non è interessato all'azienda, ma la sua sola esistenza è un pericolo per la posizione di Won.
Lee Min Ho*-*
Tan all'inizio lo conosciamo come un ragazzo tormentato. Nonostante abbia tutto e all'apparenza sembri arrogante e sicuro di sè, sulle sue spalle grava una tristezza infinita. Per amore del fratello rinuncia a tutto ma ancora non basta. L'incontro con Eun Sang (Park Shin Hye) cambierà tutto. Per lei deciderà di tornare in Corea e non solo: per lei sfiderà la sua famiglia. 
Il personaggio di Tan mi è piaciuto molto. Quando ritorna a casa è una persona molto diversa da quella che è partita e non desidera ritornare al passato. Eun Sang rappresenta una speranza per un futuro mai sognato, un obiettivo per un ragazzo che da anni si limitava a sopravvivere giorno per giorno. Soprattutto, Tan nasconde una vena di determinazione e spietatezza che emergono nel suo scontro con i familiari. Stanco della situazione (non solo del sistematico rifiuto del fratello ma anche della reclusione a cui è condannata sua madre da anni), si oppone a un destino prestabilito, perde tutto e lo riguadagna, in un gioco di forza con il padre, un uomo che avrei preso volentieri a mattonate sui denti (peggio della madre di Goo Joon Pyo, e ho detto TUTTO).
Soprattutto, mi è piaciuto molto il suo legame con Young Do. Un tempo amici, poco prima della sua partenza per l'America è successo qualcosa che ha incrinato irreparabilmente i loro rapporti. Nel ritrovarsi, i vecchi rancori tornano violentemente a galla, esacerbati dal fatto che entrambi si innamorano della stessa ragazza.
Kim Woo Bin
Young Do è un altro personaggio incredibilmente affascinante. Instabile, pericoloso, sembra una tigre in gabbia pronta ad azzannare. Perfino nei suoi rapporti con Eun Sang rimarrà sempre un provocatore, che attacca e nasconde le ferite dietro l'aggressività. Nonostante ciò, il suo personaggio è forse quello che subisce un cambiamento più netto in tutta la narrazione, e questo soprattutto grazie all'influenza di Eun Sang, che lo colpisce fin da subito ma che diventa anche un mezzo per fare del male a Tan. 
Anche lui figlio di un uomo ricco e potente, erede di una grande fortuna, come tutti questi ragazzi ricchi e infelici nasconde un passato doloroso di cui porta le cicatrici e ha un rapporto col padre segnato da una tensione costante e un rancore a malapena contenuto. Ma se Tan reagisce con forza, Young Do reagisce con violenza - due reazioni molto diverse e che porteranno a esiti totalmente opposti.
Nel corso del drama, il rapporto fra i due vecchi amici subirà nuove trasformazioni e il cuore del loro rapporto - un certo avvenimento che li ha portati alla rottura - troverà un suo scioglimento.
Ma adesso veniamo al punto dolente: la protagonista, Eun Sang.
Park Shin Hye
Tralasciamo la recitazione, sulla quale non ho nulla da dire - l'attrice mi è piaciuta. È proprio il personaggio di Eun Sang che, spesso e volentieri, mi ha irritata, a volte non l'ho proprio capita.
La critica più dura che le faccio è quella di lasciarsi molto sballottare dai due personaggi maschili. Sebbene abbia fin dagli inizi le idee ben chiare nei suoi rapporti coi due, nonostante ciò spesso e volentieri non riesce a imporsi con nessuno dei due. Non che questo atteggiamento di imposizione sia fatto con effettiva cattiveria. Il fatto è che ci troviamo davanti a due ragazzi con caratteri molto forti, che tendono a prevaricare. Per fronteggiare due tipi simili ci voleva una protagonista con un carattere più energico (Jan Di, dove sei??), meno incline a farsi mettere i piedi in testa. Eun Sang mi è sembrata molto arrendersi passivamente alle decisioni di altri e questo suo atteggiamento mi ha molto infastidita. 
Un altro appunto. Nel momento in cui Tan si innamora di Eun Sang, purtroppo la ragazza va incontro a una valanga di guai. Questo è un classico dei drama di un certo tipo: la poveraccia non deve permettersi di alzare troppo la cresta o la vendetta dei genitori di lui sarà tremenda (il che, volendo, può fare riflettere sulla rigidità delle classi sociali in Corea). In questo caso, ha giocato a suo sfavore il mio paragone con la già citata Jan Di (lo so che non si dovrebbe, ma spesso durante la visione mi è capitato di paragonare i due drama e i relativi personaggi). Una delle cose che ho amato di Jan Di è stato il coraggio con cui accetta e affronta i suoi sentimenti per Joon Pyo. Nel caso di Heirs, invece, la protagonista reagisce o con la passività o con la fuga. Non decide mai di fidarsi totalmente di Tan e di chiedere il suo aiuto. E questo lo ferisce moltissimo, perchè Tan mette in crisi tutto il suo mondo per stare con lei ed Eun Sang sembra sempre diffidente, pronta a mollare tutto alla prima difficoltà. Tutte queste considerazioni non mi hanno certo aiutata ad apprezzare il suo personaggio.
 

Un altro personaggio che mi ha colpita molto è quello della madre di Tan.
Agli inizi non ci viene presentata in una luce particolarmente favorevole: è l'amante del Presidente Kim, che vive nel lusso più ostentato e tratta male il personale. Piano piano, però, iniziamo a conoscere meglio questa donna che sembra sempre attaccata al bicchiere di vino e che si rivela essere solo una donna infelice e depressa. Molto più giovane dell'uomo con cui vive come una moglie, è trattata come un segreto vergognoso e non ha nessun potere, nessuna autorità. La sua posizione è assolutamente instabile, pur dopo molti anni: è soggetta alle prepotenze di tutti e l'unica speranza in una vita nera è il figlio, che ama moltissimo ma che è relegato in America da tre anni. Per lui farebbe tutto, compreso fingere di non essere sua madre agli occhi del mondo e rimanere relegata in casa, per paura che la sua sola esistenza possa rovinarlo.
Anche il suo personaggio attraversa una fase di cambiamento, data anche dal suo rapporto con la governante della casa, che è la madre di Eun Sang. Le due iniziano a conoscersi, si accapigliano, si ricattano, si difendono; infine diventano amiche, di quel genere che bisticciano ma si vogliono bene.


Infine, le ultime considerazioni (già vi ho ammorbati a sufficienzaxD). Heirs è un drama che pullula di personaggi, tanto che agli inizi mi è risultato difficile seguire i vari legami. Dopo i primi episodi, però, mi sono abituata ai nomi, ai volti e alle loro complicate relazioni e sono entrata nella storia.
I personaggi di questo drama sono tutti infelici, chi per un motivo e chi per un altro. In particolare i più giovani, che devono sottostare alle imposizioni dei genitori e sopravvivere alla ferocia di una scuola composta da elite, nonostante abbiano apparentemente tutto sono sempre in lotta con loro stessi e con le loro vite. Ognuno reagisce a suo modo: chi è cattivo, chi è freddo, chi ha tentato il suicidio. Le famiglie coreane non saranno magari proprio così, ma da varie cose che ho letto in giro credo che ci si vada comunque vicino, specialmente per i chaebol (termine coreano che indica gli eredi di grandi imperi familiari). I genitori non si fanno scrupoli nell'imporre la propria volontà e non disdegnano neanche di fare pressione sui loro punti deboli per costringerli a obbedire. E in una società così fortemente gerarchizzata come quella coreana, dove più che l'effettivo rispetto contano la posizione sociale e l'anzianità, i figli molto difficilmente riescono a opporsi davvero a queste famiglie ingombranti. Certo, ribadisco, in questi drama sicuramente è una situazione esagerata.


In conclusione, come si sarà capito, questo drama mi è piaciuto parecchio. Dopo i primi episodi, mi ha tenuta letteralmente incollata. L'ho trovato molto equilibrato (il già citato Boys over flowers, ad esempio, ha un ritmo diseguale per tutta la sua durata): la vicenda si dipana nei 20 episodi senza subire stalli (almeno, io non li ho percepiti) e lo scioglimento è anche il momento della conclusione e della chiusura. Si, ci sono un paio di story line secondarie che avrebbero potuto essere un po' più approfondite, o che non si chiudono effettivamente (sebbene lo spettatore possa tranquillamente intuire cosa avverrà), ma sono piuttosto soddisfatta del finale - che, si sa, è uno dei punti deboli dei KDrama.
Infine, per rispetto alla tradizione (:P), eccovi un paio di ost che ho apprezzato particolarmente*-*


E infine la mia preferita!




E anche questo post è finito! Grazie a chi lo ha letto tuttoxD

Virginia