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Titolo: Gli anni della leggerezza Autore: Elizabeth Jane Howard Traduttore: Manuela Francescon Casa editrice: Fazi Editore Numero di pagine: 606 Formato: Cartaceo |
È l'estate del 1937 e la famiglia Cazalet si appresta a riunirsi nella dimora di campagna per trascorrervi le vacanze. È un mondo dalle atmosfere d'altri tempi, quello dei Cazalet, dove tutto avviene secondo rituali precisi e codici che il tempo ha reso immutabili, dove i domestici servono il tè a letto al mattino, e a cena si va in abito da sera. Ma sotto la rigida morale vittoriana, incarnata appieno dai due capostipiti affettuosamente soprannominati il Generale e la Duchessa, si avverte che qualcosa sta cominciando a cambiare. Ed ecco svelata, come attraverso un microscopio, la verità sulle dinamiche di coppia fra i figli e le relative consorti. L'affascinante Edward si concede svariate amanti mentre la moglie Villy si lacera nel sospetto e nella noia; Hugh, che porta ancora i segni della grande guerra, forma con la moglie Sybil una coppia perfetta, salvo il fatto che non abbiano idea l'uno dei desideri dell'altra; Rupert, pittore mancato e vedovo, si è risposato con Zoe, un'attrice bellissima e frivola che fatica a calarsi nei panni della madre di famiglia; infine Rachel, devota alla cura dei genitori, che non si è mai sposata per un motivo ben preciso. E poi ci sono i nipoti, descritti mirabilmente nei loro giochi, nelle loro gelosie e nei loro sogni, in modo sottile e mai condiscendente, dalle ingenuità infantili alle inquietudini adolescenziali. Ma c'è anche il mondo fuori...
Buon mercoledì cari lettori! Oggi vi recensisco il primo libro di una saga molto chiacchierata e che ha visto il suo ultimo libro pubblicato qua in Italia solo un paio di mesi fa, a settembre. Si tratta del primo volume della saga dei Cazalet e la mia è una rilettura che mi ha suscitato considerazioni molto differenti del mio primo approccio.
Ormai più di un anno fa terminavo Gli anni della leggerezza. Nonostante mi fosse abbastanza piaciuto, non ero riuscita comunque ad evitare un generico senso di delusione. Dopo tutto il clamore attorno a questo libro, mi sarei aspettata di più. Ho poi letto il secondo e lì mi sono fermata. I successivi volumi sono andati accumulandosi ed io ho deciso di aspettare di possedere l'intera serie per rileggere i primi libri e poi buttarmi subito sui seguiti. Ed è ciò che sto facendo adesso. Attualmente ho in rilettura il secondo e non posso che essere felice di non aver abbandonato la famiglia Cazalet al suo destino.
Come molti di voi già sapranno, quella dei Cazalet è un'imponente saga familiare. La Howard ha sfornato quattro libroni e un libro di medie dimensioni su questa affollata famiglia e il motivo è presto detto: in centinaia e centinaia di pagine trovano voce innumerevoli PoV e la Howard non ha trascurato nessuno: ci sono gli adulti e i bambini piccoli, i nobili e i servitori. A ognuno sono dedicati piccoli e agili paragrafi e la narrazione scorre con la fluidità e la placidità di un fiume. Perchè non succede quasi nulla in questo primo romanzo. La Howard ci concede un bel po' di pagine per immergerci nell'atmosfera di questa famiglia, per farci conoscere ogni personaggio. E, se agli inizi il lettore si ritrova spaesato e un po' confuso in questa girandola di nomi e parentele, ben presto li riconoscerà come se fossero veri parenti.
Di questo mi sono accorta nella mia rilettura. A più di un anno dal primo approccio, ogni personaggio era rimasto scolpito nella mia memoria e quei sottili legami che li uniscono tutti e che tanto mi avevano fatta penare all'inizio erano rimasti chiari e solidi, permettendomi di riconoscere immediatamente ogni personaggio. Mi sono sentita subito a casa, fra i Cazalet. Questa grande e disfunzionale famiglia è riuscita a entrare nel mio cuore e non me ne ero neanche accorta! Davvero, tornare fra di loro è stato naturale come respirare. E qui ho avuto una rivalutazione totale dello stile di scrittura della Howard, che mi era sembrato si scorrevole ma anche abbastanza superficiale. La verità è che la penna di quest'autrice possiede un'incredibile leggerezza. Con leggerezza ci descrive i personaggi, passa dall'uno all'altro e lascia che siano le loro vive voci a presentarli al lettore. Non si intorbida nelle loro riflessioni più cupe, non si appesantisce con monologhi o digressioni e per questo, all'inizio, mi era sembrato uno stile superficiale. E invece è ben più efficace e potente questa distaccata narrazione che non altre scritture più analitiche. I personaggi risultano vividi al ricordo, alla rilettura mi ricordavo le loro caratteristiche principali e avevo come l'impressione che la Howard fosse riuscita a catturare su carta l'ambiguità e la vastità dell'animo umano. Questa famiglia è infatti un affresco di tutto ciò che l'umanità può offrire. I temi che la Howard affronta con questa "eleganza salottiera" sono importanti e, talvolta, tragici: si va dall'omosessualità agli abusi, ai rapporti fra le persone alle difficoltà del crescere.
Possiamo dividere in tre grossi gruppi la famiglia Cazalet.
Innanzitutto abbiamo i domestici, invisibili ma onnipresenti, ognuno là con le proprie stranezze e i propri sogni.
Poi ci sono i bambini, la giovane generazione Cazalet, e ce ne sono un bel po'! A loro la Howard - cosa innovativa per una scrittrice dell'epoca - dedica tantissima attenzione e ci mostra un mondo che è lo specchio di quello degli adulti, ma ancora innocente. I sentimenti sono nuovi e travolgenti, più genuini e puri di quelli ormai corrotti degli adulti. La Howard è riuscita a conservare e a trasmettere un pezzo d'infanzia e come lettrice non posso che esserne affascinata e ringraziare.
Infine, abbiamo gli adulti. Fra di loro è il trionfo dell'incomunicabilità. Le cose importanti vengono taciute e le frivolezze sono le uniche espresse. Qui si inserisce una vena di amarezza, una nota di oscurità che si protende verso il mondo dell'infanzia.
Nonostante sia un romanzo corale, emergono comunque tre protagoniste, a mio parere, e sono le tre cugine Louise, Polly e Clary, ognuna figlia di uno dei tre fratelli Cazalet. In ognuna di loro sembra che la Howard abbia lasciato un pezzetto di sè stessa e le ho amate tutte, anche se in particolare Polly e Clary.
Questo è un romanzo d'introduzione e probabilmente per questo in molti lo hanno trovato lento. Devo essere sincera, io non ho mai avuto quest'impressione, neanche alla prima lettura, anzi! Una delle cose che notai subito all'epoca fu proprio la facilità con cui le pagine scorrevano e l'abilità della Howard nell'incastrarti nel suo mondo. Credo che questo effetto sia dovuto all'impiego di tanti paragrafi brevi, che permettono di non soffermarsi troppo su un singolo personaggio e che, secondo me, impediscono d'annoiarsi.
Come rilettura è stata senz'altro un successo! Come vi dicevo, sono già alle prese con il seguito e ringrazio le mie mani bucate - solo coi libri però! - che mi consentono ora di leggere tutta la serie praticamente di filaxD
E voi, avete letto la saga dei Cazalet? Se si, vi è piaciuta?
Virginia