lunedì 31 luglio 2017

Recensione: Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen

Titolo: Orgoglio e pregiudizio
Autore: Jane Austen
Traduttore: Maria Luisa Agosti Castellani
Casa editrice: Bur
Numero di pagine: 300
Formato: Cartaceo

I romanzi di Jane Austen, che oggi BUR propone in un unico volume, sono da considerare come il luogo nel quale la scrittrice inglese ha studiato al microscopio l'intera e complessa fenomenologia dell'aristocrazia di campagna inglese, le sue rigidità e le sue perversioni, l'intensa passionalità repressa e il continuo irrisolvibile contrasto tra i valori personali dell'individuo e quelli sociali della collettività. Da "Orgoglio e pregiudizio" a "Emma", da "Mansfield Park" a "Ragione e sentimento", da "Persuasione" a "L'abbazia di Northanger", Jane Austen ha dipinto un immenso affresco di un'epoca, quella dell'Inghilterra vittoriana, piena di risorse e di contraddizioni, e una prosa elegante e ironica.


"È verità universalmente ammessa che uno scapolo fornito di un buon patrimonio debba sentire il bisogno di ammogliarsi."


Questo è uno degli incipit più noti del mondo, per uno dei libri più celebri della letteratura mondiale. Letto per la prima volta a 11 anni (subito dopo Jane Eyre, fra l'altro - una goduria*-*), Orgoglio e pregiudizio è uno di quei romanzi che ho riletto fino alla morte, motivo per cui era da un po' che non lo prendevo in mano. Da un po' di tempo, però, sentivo il bisogno di tornare un po' a frequentare la famiglia Bennet e la botta finale me l'ha data la lettura al mare di un saggio molto bello edito da Flower-ed (sempre cose belle per questa CE*-*), ovvero Jane Austen. Donna e scrittrice di Romina Angelici. Tornata a casa, mi sono quasi subito immersa nella rilettura e, anche grazie alle riflessioni presenti nel saggio, sono riuscita a vedere in una nuova luce un romanzo che non credevo potesse più darmi nulla di nuovo.


Nonostante io abbia letto tutti i romanzi della Austen (alcuni anche più volte), non mi sono mai definita una Jeneite. Il motivo è semplice: per quanto potessi apprezzare i suoi libri, non riuscivo mai a scorgervi quel qualcosa che mi coinvolgesse a livello più viscerale.
Questa volta è successo? 
Si e no.
Come vi dicevo, il saggio della Angelici (che consiglio moltissimo a tutti, anche a chi non ha mai letto nulla dell'autrice) è stato illuminante. Il suo maggior pregio è la completezza: riunisce in una rapida ma precisa carrellata i vari aspetti di questa donna. Di Jane Austen sappiamo tutto e non sappiamo niente: man mano che procedevo con il saggio, mi rendevo conto di come la personalità che emergeva da lettere e biografie fosse ambigua, almeno per me. Da una parte abbiamo una "leziosa farfalla", come viene definita, che salta da un ricevimento all'altro, che ama civettare e spettegolare; dall'altra abbiamo la minuziosa osservatrice che traeva spunto da quanto la circondava per reinserirlo, con la precisione di un bisturi, in quanto scriveva. Di Jane Austen troviamo labili tracce anche nei suoi scritti, se si ha la pazienza di cercare. Se il paragone più ovvio e immediato è quello con Elizabeth Bennet, c'è chi l'ha ritrovata in Anne Elliot (Persuasione) e addirittura in Miss Bates (Emma). Consapevole che ogni suo scritto veniva passato al setaccio da familiari e conoscenti, la Austen cerca però di essere il più invisibile possibile: la sua è una penna che tiene le distanze, la sua è una voce che si mescola così tanto a quelle dei suoi personaggi da apparire solo come un fioco bisbiglio sullo sfondo, quando addirittura non svanisce del tutto. Sicuramente era una scrittrice molto diversa dalla mia adorata Charlotte Bronte, che viene accusata da Virginia Woolf (Una stanza tutta per sè) di non riuscire a separare sè stessa dalle sue storie, da essere fin troppo presente nella voce delle protagoniste; e per questo la Woolf le riteneva superiore la "frivola" Jane Austen.
La Austen univa dunque un carattere poco avventuroso (la sua vita, per certi aspetti, fu incredibilmente piatta e quasi priva di eventi significativi) a uno spirito d'osservazione quasi feroce, una penna acuminata come un bisturi e un senso dell'umorismo vagamente irriverente.
Tutto questo si traduce nei suoi libri, compreso il suo lavoro più noto, Orgoglio e pregiudizio.
L'interessante saggio di Romina Angelici

Di tutte le sue eroine, credo che Elizabeth Bennet sia quella che più le somigliasse. Dall'epistolario della Austen, viene fuori un'osservatrice attenta e una commentatrice arguta, entrambe caratteristiche che appartengono anche a Elizabeth. Come negli altri romanzi dell'autrice, ritroviamo un'ambientazione di campagna, lontano dalla grande città, che ci raggiunge solo per sentito dire. Jane Austen parlava solo di ciò che conosceva, quindi i suoi sono minuti ma precisi disegni di una piccola cerchia di famiglie, quel tanto che basta per movimentare un po' la narrazione e per avere sempre qualche pettegolezzo nuovo. Leggere un libro di Jane Austen, infatti, è come immergersi in un'allegra spettegolata fra comari: oggetto delle chiacchiere non sono - in genere - grandi disgrazie, ma quelle piccole, enormi banalità che caratterizzano le vite comuni: matrimoni, balli, scandali. Lo stile della Austen è frizzante e mai piatto e il lettore sorride spesso e volentieri alla maliziosa ironia dell'autrice, che sembra ammiccare fra le righe. Faccio fatica a comprendere come si possa definire noiosa una narrazione così deliziosa; come si possa disprezzare una scrittrice che è riuscita a racchiudere con una prosa elegante e liscia come l'olio una materia piatta di per sè.
Soprattutto, faccio fatica a comprendere chi legge Jane Austen solo per le storie d'amore. Le sue sono tutto tranne che storie d'amore. Il fatto che il finale sia sempre lo stesso - il matrimonio - non fa altro che sottolineare come per la donna all'epoca non ci fosse altro traguardo da raggiungere che un buon matrimonio. Per questo scrittrici come Jane Austen e le sorelle Bronte si distinguono così tanto e hanno segnato così tanto l'immaginario collettivo: Anne Elliot, parlando con il capitano Wentworth, riflette amaramente su come la donna sia portata dalla società stessa a ossessionarsi su questi temi, non potendo avere altre distrazioni, a differenza degli uomini; Jane Eyre desidera andare oltre il ruolo in cui è incastonata e l'irrequietezza, la brama di qualcosa di diverso le bruciano l'anima.
È indubbio però che una delle ragioni del grandissimo successo di Orgoglio e pregiudizio sia la storia d'amore fra Elizabeth e Mr Darcy. A costo di essere tacciata di eresia e presa a sassate, confesso di non averlo mai amato particolarmente. Col senno di poi, sebbene abbia letto sempre con piacere anche la trama romantica, a incatenarmi alle pagine è sempre stato lo stile della Austen. A piacermi molto, inoltre, è stato ogni volta il processo di cambiamento dei due protagonisti, in particolare di Elizabeth (Darcy è un personaggio che conosciamo soprattutto attraverso gli occhi di Elizabeth; raramente ci è stato concesso di entrare ne suoi pensieri). Se i personaggi di contorno rimangono più che altro delle macchiette fisse, Elizabeth è un personaggio che cambia in maniera netta ma assolutamente credibile. Scossa nella sua più intima certezza - quella di riuscire a interpretare bene le persone - deve rapidamente fare i conti con il pregiudizio che le ha offuscato la mente e rendersi conto di essere, forse, meno intelligente di quel che pensava. Sia per lei che per il lettore è mortificante dover ribaltare completamente l'opinione che si era andata formando di ben due personaggi. Un'amara lezione sulla fatuità delle apparenze e delle prime impressioni (non a caso, il primo titolo ipotizzato per il romanzo è stato First Impressions), sulla base delle quali troppo spesso incaselliamo le persone. Come arriverà a comprendere Elizabeth, l'interesse nato da una personalità più piacevole sembra più vivo di quello dato dato dal rispetto e dall'ammirazione, che però sono basi molto più solide sulle quali costruire il proprio futuro. 
Con questa riflessione mi collego a un altro argomento molto caro a Jane Austen: il matrimonio. Come scrivevo poco più sopra, il matrimonio rappresentava la maggiore aspirazione per tutte le donne dell'epoca perchè non potevano averne altra; inoltre, le donne avevano bisogno del matrimonio per cementare la propria posizione e assicurarsi una vita di agiatezze. Se si riusciva ad accalappiare un buon partito, certo. In Orgoglio e pregiudizio abbiamo rappresentate le due posizioni femminili riguardo al matrimonio dai personaggi di Elizabeth Bennet e di Charlotte Lucas: la prima non concepisce di sposarsi se non per amore, la seconda considera le cose in maniera più cinica e, pur di assicurarsi una propria autonomia, acconsente a un matrimonio assolutamente degradante.
La maggior parte dei lettori non apprezza il personaggio di Charlotte Lucas; la stessa Jane Austen, che piuttosto che sposarsi senza vero amore è rimasta zitella (o single, come preferisco ioxD) tutta la vita, non doveva ritrovarsi molto in quella decisione. 
Per parte mia, Charlotte mi è sempre piaciuta e l'ho sempre capita. All'epoca il matrimonio era considerato l'unica forma di autonomia che una donna potesse raggiungere. Charlotte, ormai ventisettenne (per l'epoca un caso disperato), si aggrappa all'unica occasione che le si offre per fuggire un destino di totale dipendenza: prima dai genitori, poi dai fratelli. L'unico destino che si prospetta a donne prive di mezzi e nubili è quello di lavorare, e anche in quel caso si tratta di una scelta molto più limitata. Coerentemente con la sua epoca, Charlotte fa una scelta unicamente di comodo. Come lettrice, non mi sono mai sentita di biasimarla per questo.

Come scrivevo poco sopra, Jane Austen era famosa per essere una fine osservatrice e per divertirsi molto nel rapportarsi con le bizzarrie e le originalità dei conoscenti. In questo senso, i personaggi secondari dei suoi lavori sono senz'altro degni di nota. A parte i casi dove il personaggio riveste un ruolo negativo (per fare un esempio, Caroline Bingley), la Austen si diverte alle spalle delle sue creazioni senza cattiveria. Nonostante ciò, l'ho sempre trovata molto dura e anche, per certi aspetti, sottilmente crudele. 
Per farvi capire al meglio, prendo in esame un personaggio che, in questo specifico caso, mi ha colpita: Mary Bennet. Delle cinque sorelle, Mary è sicuramente la più trascurata: Elizabeth e Jane sono le protagoniste; Lydia, pur nella sua negatività, è ben caratterizzata; Kitty appare principalmente come spalla di Lydia ma raggiunge una sua redenzione finale. Mary è, per certi versi, la sorella dimenticata. Non ci sono parole buone per lei ma solo una risatina di scherno. Mary è noiosa, pomposa, bruttina e stima un po' troppo la propria intelligenza. Mi ha sempre colpita la totale assenza di pietà per questo personaggio-tipo: oggetto di scherno ma mai abbastanza negativo da meritarsi altro che ridicolo. Questo mi ha sempre dato un po' un'idea di una Jane Austen fin troppo portata a ridicolizzare ciò che le stava attorno (senza magari tenere conto delle proprie bizzarrie e ridicolaggini - tutti le abbiamo), senza lasciare mai il posto a un po' di comprensione: Mary è considerata la brutta della famiglia. Incapace di competere le sorelle in tema di bellezza e matrimonio (ricordiamo che per l'epoca - e spesso e volentieri anche adesso - alla donna non era richiesto che essere bella), decide di buttarsi nello studio. Non particolarmente ingegnosa di suo, finisce - senza neanche accorgersene - per coprirsi di ridicolo. Jane Austen, però, non le concede la minima pietà.

Gli argomenti da trattare riguardo a questo libro sarebbero molti altri, e non sarei la prima a farlo. Per questo ho preferito concentrarmi su temi meno discussi - spero - o che comunque alle prime letture avevo percepito meno. Crescendo cambia l'approccio coi libri letti da più giovani, è inevitabile. Nel caso della Austen, la maturità ha portato più riflessione, anche se non maggior gradimento. Nonostante riconosca la bravura di quest'autrice e nonostante i suoi libri mi piacciano, continuo a non essere una sua fan sfegatata. 
E voi, cosa ne pensate della famosissima Jane Austen? Condividete la mia opinione o ne avete una contraria?

Virginia

18 commenti:

  1. Ciao! Io ho sempre amato i romanzi della Austen, i tanti film e fiction tratti dai suoi libri e la maggior parte dei suoi personaggi.
    Sono d'accordo su tante delle osservazioni che hai fatto in questo post.
    Io credo che Elizabeth Bennet corrisponda all'idea che Jane Austen aveva di se stessa, e Miss Bates di "Emma" all'immagine che spesso le attribuivano gli altri.
    Purtroppo quello che può indisporre il lettore contemporaneo è non soltanto l'ossessione per il matrimonio da parte delle donne, come tu hai sottolineato, ma anche le evidenti disparità sociali. Leggendo "Emma", per esempio, è davvero difficile non infastidirsi pensando alla protagonista ed i suoi familiari ed amici che non fanno nulla dalla mattina alla sera ed inventano assurdità pur di non annoiarsi, mentre le loro governanti ed i loro servi si fanno in quattro.
    Secondo me è proprio un altro mondo, e noi lettori del XXI secolo dovremmo sforzarci di accettarlo così com'è, anche perché, secondo me, la penna di Jane Austen è spesso tagliente ed a volte non fa sconti ad alcuni personaggi, bollati come "volgari" o "imbarazzanti" senza tanta pietà (per esempio Mary Bennet, appunto).
    La storia d'amore tra Elizabeth e Darcy, comunque, per me rimane perfetta. Sono contenta che tu abbia, almeno in parte, rivalutato quest'autrice :-)

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    1. Ciao! Innanzitutto, non si è trattato tanto di rivalutarla quanto di vederla in una nuova veste:) A me Jane Austen è sempre piaciuta, solo che non le attribuivo il rispetto che, secondo me, merita.
      Interessante l'idea che miss Bates possa essere la Austen come la vedevano gli altri, e anche piuttosto calzante direi, sicuramente la condivido.
      A me le disparità sociali non hanno mai infastidito troppo - come dici tu, era il periodo. Mi è sempre dispiaciuto, però, il modo in cui trattava determinati personaggi (es. Mary Bennet). Per rimanere in tema O&P, posso capire la cattiveria verso l'odiosa Caroline Bingley, personaggio malevolo e che disprezzo profondamente, mentre mi dispiace un po' per una Mary Bennet, che è, tutto sommato, abbastanza inoffensiva.
      Ciò non toglie che i romanzi della Austen siano gradevolissimi da leggere e con vari livelli di lettura, anche piuttosto complessi.

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  2. Amo Jane Austen.
    Di fatto, una scrittrice che andrebbe riletta per entrare più a fondo al suo pensiero. Io come te ho fatto le mie primissime esperienze di lettura giovanissima, e poi ho ripreso questa autrice anni dopo, apprezzandola ancora di più. Direi che per quanto la riguarda, si possa parlare di lettura (o scrittura) a più livelli se questi romanzi piacciono alle teenager e alle donne attempate come me. :)
    Mi ha colpito il pensiero di Virginia Woolf riguardo alla Austen, mi piace l'acutezza con cui ha interpretato il suo scrivere, e direi che la parola della Woolf conferma il valore della Austen.
    Fra tutti i personaggi ho amato molto Elisabeth, perché è una che non scende a compromessi, e se è vero che le Bronte hanno fatto fatica a staccarsi dalla loro materia, credo che della Austen ci sia in ciascuna protagonista. Finisce con l'essere questa una scrittura al femminile.

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    1. Concordo sui vari livelli di lettura. Un peccato che spesso non vengano colti e che, per fan sfegatate quanto per detrattori a tutti i costi, spesso ci si fermi solo alla storia d'amore. Ma qui tocchiamo pure le sorelle Bronte e probabilmente qualunque scrittrice osi inserire una storia d'amore in suo romanzo-.-
      Elizabeth l'ho sempre amata nel momento in cui mette in discussione una parte importante di sè e ne esce più umile e cresciuta. La sua sfrontatezza, poi, è meravigliosa!

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  3. Buongiorno :)
    Su alcune cose che dici sono completamente d'accordo con te, su altre no. Premetto che io amo immensamente Jane Austen. Però volevo farti notare due cose.
    La prima: chi dice che Jane Austen ha preferito rimanere nubile perché non ha trovato il vero amore? Chi dice che Jane Austen avrebbe trovato sgradevole un matrimonio di convenienza come quello di Charlotte? Forse durante la sua vita ha cambiato più volte idee e non è rimasta ferma su un'unica posizione, forse ha preferito non sposarsi per non rinunciare alla scrittura (una donna scrittrice non era ben vista ed era improbabile che sposandosi avrebbe potuto continuare a scrivere...), leggendo i romanzi della Austen e le varie prefazioni e postfazioni, si trovano parecchie teorie... è molto difficile sceglierne una.... e ancora: è normale che trovi la figura della Austen ambigua, poiché alla sua morte la sorella Cassandra bruciò la maggior parte delle sue lettere, lasciando probabilmente solo quelle più innocue quindi è difficile capire davvero la donna che si celava dietro Jane Austen, quello che abbiamo è solo la scrittrice.
    Seconda cosa: tu non capisci chi legge Jane per le storie d'amore (io adoro le sue storie d'amore, sono di una bellezza sconvolgente), io invece non capisco chi vede in Elizabeth Bennet una somiglianza con l'autrice.... secondo me c'è qualcosa di lei in ogni sua protagonista, Elizabeth è quella che le somiglia di meno a mio avviso... Personaggi e scrittori sono due mondi completamente differenti, quindi perché sforzarsi ogni volta di confrontarli?
    Comunque la tua lettura della Austen è interessante, soprattutto ho trovato molto interessante la tua lettura del matrimonio :)
    Infine volevo dirti che anche Virginia Woolf disse che sì, la Austen a volte con i suoi personaggi è davvero perfida, non concede alcuna pietà.

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    1. Ciao:)
      Primissima cosa che mi preme chiarire, prima di scordarmene: quando ho scritto che non capisco chi legge la Austen per le storie d'amore, aggiungici prima un bel "solo". Poi. Io anni fa - come ho scritto - apprezzavo moltissimo le trame più romantiche, adesso no, perchè solo la metà delle sue opere trovo romantiche in senso stretto. Il matrimonio è il fine di ogni romanzo, ok, ma ci sono alcune unioni che trovo quasi disturbanti (Fanny ed Edmund; Emma e mr. Knightley). Ma questa è la MIA opinione, che non voleva svalutare chiunque trovi romantica Jane Austen, fermo restando che se qualcuno ama Jane Austen SOLO come "autrice rosa" allora secondo me l'ha capita poco. Ed estendo il discorso alle varie sorelle Bronte.
      Inoltre, ho sempre visto molta Jane Austen in Elizabeth. Questo anche a partire dal suo epistolario, che sarà stato sicuramente censurato, ma denota molti tratti in comune con questa eroina. Che poi ci sia qualcosa di lei in ognuna delle sue eroine, è indubbio; e che non si esaurisca in una sola di loro ma sia da ritrovare nei dettagli, l'ho scritto.
      Mi piace cercare gli autori in ciò che scrivono e, soprattutto, in chi scrivono perchè me li fa sentire vicini. Motivo per cui io non sono d'accordo con la Woolf e il fatto che Charlotte Bronte abbia messo così tanto di sè stessa nei suoi romanzi non l'ho mai visto come un difetto, anzi!
      Questo per la prima obiezione.
      Sul fatto che secondo me Jane Austen sia rimasta nubile per scelta, in attesa dell'amore, è una mia purissima congettura, ma basata su osservazioni specifiche. Il fatto che io veda un parallelismo forte con Elizabeth è già un punto altrettanto forte a favore di questa teoria: Charlotte perde addirittura la stima di Elizabeth come persona per la sua scelta; l'esempio di ciò a cui può portare un matrimonio non basato sul rispetto e all'ammirazione è lampante nei signori Bennet. Il signor Bennet stesso, quando scopre della dichiarazione di Darcy, mette in guardia Elizabeth sullo sposarsi con una persona che lei non può amare.
      Poi, Jane Austen ha rifiutato delle richieste di matrimonio (almeno una). Che l'abbia fatto per continuare a scrivere, perchè aspettasse un uomo da amare... A mio parere sono entrambe le cose, o forse dell'altro ancora, ma questo non può saperlo nessuno, ci si basa sulle proprie impressioni personali. Poi, che nel corso del tempo possa aver cambiato idea è assolutamente possibile (nel saggio si faceva riferimento al fatto che il rimorso di Anne per il rifiuto di Wentworth potesse essere un rimorso della stessa Austen per una proposta declinata), anzi direi che è umano. Vorrei però condividere un'osservazione (non mia): in ogni romanzo di Jane Austen, c'è una proposta di matrimonio rifiutata. Il che, secondo me, è un punto a favore alla teoria che Jane Austen non desiderasse comunque un matrimonio "a tutti i costi", con il primo venuto.
      Poi, di nuovo, sono ipotesi, lo sono tutte. Nessuno di noi ha conosciuto Jane Austen, nessuno ha la verità in tasca, solo osservazioni personali.
      Ti ringrazio per aver letto tutto e per il commento stimolante:)

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    2. Grazie per la precisazione!! effettivamente "leggere Jane Austen solo per le storie d'amore" lo troverei anche io un po' misero... sono contenta però che la leggi anche per le storie d'amore (hanno appassionato me così tanto che sono felice quando anche gli altri se ne appassionano)
      per curiosità personale: quali consideri romantici e quali no? capisco quando dici che Fanny ed Edmund insieme disturbano, proprio qualche giorno fa mi sono riletta Mansfield Park e anche se ricordavo benissimo la trama, non ha aiutato a rendere più realistico il loro finire insieme... mentre per quanto riguarda Emma e Mr Knightley: sono una delle mie coppie preferite in assoluto, sì è vero sono snob, altezzosi e alla fine del libro sembra quasi che il senso sia che i ricchi finiscono con i ricchi e i poveri con i poveri, eppure c'è così tanta bellezza nella loro storia, c'è così tanto altro!
      Infine: probabilmente ognuna di noi ha la propria teoria sulla Austen, certo è che è rimasta nubile e ha passato il tempo a scrivere libri, tutte e due cose (l'essere nubile e lo scrivere) che decisamente non erano incoraggiate dalla società e sicuramente l'essere stata così controtendenza, così anticonformista è il motivo per cui ancora oggi ne siamo interessati :)

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    3. Figurati, mi era dispiaciuto il fraintendimento (infatti, se ci fai caso, ho corretto il testo, che era effettivamente fraintendibile).
      Dunque, non è che abbia proprio una divisione netta, però Orgoglio e pregiudizio e Persuasione sono comunque due libri con una bella storia d'amore, a mio parere. Mansfield Park non solo non vedo troppo Fanny ed Edmund insieme, ma è proprio disturbante a priori il loro rapporto, secondo me, con una totale sottomissione di Fanny alle opinioni di Edmund (così l'ho sempre percepito io, però). E conta che Mansfield Park è il mio romanzo preferito della Austen, ma questo anche perchè credo che neanche lei trovasse romantica questa coppia (ma, di nuovo, mia opinione non confortata da alcuna affermazione sua). Per Emma e Knightley, il caso è un po' diverso. So che sono una coppia molto amata (da te sicuramente;)), ma Emma è il libro da me mano amato della Austen (e l'ho comunque letto più volte): non ho amato nessuno dei due e mi infastidisce quasi il pensiero che si possa volere un uomo che bacchetta di continuo (ma questa, ribadisco, è una mia opinione, non una critica a chi li apprezza!).
      Ragione e sentimento e Northinger Abbey, infine, li ho letti un'unica volta quindi mi baso su ricordi piuttosto lontani: il primo ha una storia d'amore che trovai piuttosto noiosa (in quel libro amai tantissimo il rapporto tra le due sorelle); il secondo lo ricordo nettamente come una parodia (la dichiarazione stessa di Tilney, se ricordo bene, era piuttosto lontana dalla mia personale idea di romanticismoxD).

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  4. Ciaoo! Dunque hai scritto un botto!!!! Come sai la Austen mi piace, ma è un classico e io ho brutti rapporti coi classici. Ho ovviamente letto Orgoglio e pregiudizio (una sola volta però) ma sinceramente preferisco vedere film con queste ambientazioni piuttosto che leggere i libri... e devo dire che di film sulla Austen (tratti dai suoi libri o film sulla sua vita) ne ho visti parecchi e tutte le volte li adoro. Non sono tuttavia una sua fan sfegatata, e soprattutto se leggo i libri classici (si ogni tanto capita..) non leggo i saggi di presentazione, aiutooo!!!! XD

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    1. Si, ho scritto un sacco, non mi ero resa conto di aver scritto così tantoxD
      I film in costume a me piacciono parecchio, solo che tendo ad essere molto critica se sono tratti da libri che ho amato.
      Ma perchè non leggi i saggi di presentazioneeee???

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  5. Bellissima recensione, come sempre. Io amo le riletture proprio per questo, perché ti permettono di riconsiderare le storie da nuove prospettive e di immergerti ogni volta sempre un po' più a fondo nei segreti e nelle piccole astuzie di una storia. Ti permettono anche, per certi versi, di conoscere meglio i pensieri dell'autore e anch'io, come te, ho sempre riconosciuto molto della Austen nel personaggio di Elizabeth. Poi, personalmente, io amo le sue storie d'amore ma concordo con te che il fatto che ogni sua opera si concluda con il matrimonio della protagonista non sia un romantico lieto fine ma il riflesso di qualcosa di ben più profondo, di una triste e ingiusta realtà che condannava le donne semplicemente a non avere altra scelta (come testimonia la foga di Mrs Bennet nel vedere le sue figlie sposate).
    In tutto ciò, ho visto recentemente la serie tv con Colin Firth e ora ho tantissima voglia di rileggere anch'io il romanzo!

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    1. Grazie:)
      Io amo rileggere i libri, per tornare a immergermi in atmosfere già amate ma anche, e soprattutto, per trovarne nuovi aspetti, come dici tu. I libri della Austen si prestano perfettamente, poi, alle riletture.
      Io su Orgoglio e pregiudizio ho visto solo il film con la Knightley, che ho sempre trovato carino ma non pazzesco. Invece AMO il Ragione e sentimento con la Thompson, lo riguardo spessissimo*-*

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  6. Ciao Virginia! Questo tuo post mi ha fatto esaltare come una pazza mentre leggevo, se fossimo vicine di casa sarei schizzata in piedi e corsa da te per sfogarmi per bene! (sì, lo so che stai lodando il cielo per il fatto che tale possibilità mi è preclusa). Torniamo serie.
    Innanzi tutto complimenti per quanto hai scritto, credo sia uno dei tuoi post più belli, profondi e ben articolati :) venendo al contenuto, mi trovo d'accordo su tutto quello che hai scritto, perciò in realtà non ho moltissimo da aggiungere. Mi viene sempre un po' d'orticaria quando sento qualcuno che sminuisce l'opera di Jane Austen... comprendo che, come ogni altro libro, possa piacere o meno per gusto personale, però non è ammissibile non riconoscerne il talento, il valore, l'intelligenza che c'è dentro ognuno dei suoi romanzi. Ha saputo dipingere come nessun altro la realtà in cui viveva ed in particolar modo, come sottolinei tu, la condizione della donna. La sua famigerata ironia spesso e volentieri fa ridere e sorridere durante la lettura, però talvolta lascia anche un po' d'amaro in bocca. Se penso ad Emma provo sempre una certa dose di tristezza... ha il suo lieto fine, certo, ma è davvero un lieto fine? Che scelte aveva quella povera ragazza, con sulle spalle il peso di quel padre che l'ha legata alla propria vecchiaia? Di fatto resta incatenata nella casa dov'è cresciuta, senza alcuna via di fuga, seppure insieme all'uomo rivelatosi giusto per lei. E questo è solo un esempio tra i tanti.
    L'unica cosa su cui mi discosto da quanto hai scritto tu, è che io mi ritengo una sua fan assoluta. Non posso far a meno neanche di preferirla alle Bronte, di cui pure sono appassionata lettrice.
    Complimenti ancora per questo post, è stato un immenso piacere leggerlo! ^^

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    1. Ciao Julia, grazie mille! E no, non sto ringraziando il cielo perchè non puoi correre da me, anzi, sarebbe bellissimo sedersi a un tavolino (magari con del tè freddo invece che caldoxD) e farsi una bella chiacchierata su questa autrice*-*
      Ma non è possibile, quindi mi accontento della tecnologiaxD
      Capisco l'orticaria a sentire certi discorsi, viene pure a me-.- Purtroppo, solo perchè a scrivere di determinate tematiche è una donna, automaticamente l'opera viene svalutata. Per dire, ho sentito descrivere la saga dell'Amica geniale come una specie di harmony. Ora, parliamone, io non ho neanche finito la serie ma DI SICURO non ha nulla a che vedere con un harmony...
      Detto questo, condivido in pieno ciò che hai detto su Emma, se poi ci aggiungi che io non amo particolarmente neanche mr Knightley, la frittata è fattaxD

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  7. Ciao Virginia, anche io condivido l'opinione che questo sia davvero un articolo dei migliori che hai scritto, non sembra nemmeno una recensione, anche perchè io considero riduttiva questa parola anche se in questo contesto di lit blog, ne fa inevitabilmente parte.
    Il tuo sembra davvero un saggio approfondito e sagace che va a centellinare tutti gli aspetti sui quali hai voluto prestare attenzione e hai sviscerato molto bene tutte le riflessioni possibili.
    Neanche io sono una fan sfegatata della Austen e di suo ho letto solo Orgoglio e pregiudizio e poco fa mi è stato regalato Persuasione che ancora devo leggere, ma il titolo mi piace molto.
    Ho apprezzato molto l'analisi che hai fatto in primo luogo dell'autrice e di tutte le caratteristiche della sua personalità che emergono attraverso le sue storie e i suoi personaggi. La tua analisi dovrebbe finire nelle scuole e sono certa che gli studenti amerebbero molto di più la letteratura. Quando ho studiato la Austen al liceo, non me l'hanno mica spiegata così. Nè all'università, dove forse avrebbero dovuto. :/
    Complimenti!
    Un abbraccio! :***

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    1. Ciao Antonietta, non sai come sono rimasta dopo aver letto il tuo commento, hai scritto una cosa bellissima*-* Mi ritengo assolutamente non all'altezza, ma sono davvero felice che ti sia piaciuto e, soprattutto, di averti dato un'angolatura un po' diversa dalla quale guardare questa autrice!
      Grazie di nuovo, un abbraccio:-*

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  8. Ciao! :) Il saggio dell'Angelici proprio non lo conoscevo, ma ora andrò ad informarmi, perché sembra una lettura davvero molto interessante. E mi hai ricordato che dovrei proprio riprendere in mano il mio tomo (che tra l'altro è la stessa edizione che hai postato qui) per proseguire con la mia lettura dei romanzi della Austen, perché, ahimè, non sono ancora riuscita a leggerli tutti! Ma prima o poi ci riuscirò. E magari, strada facendo, scoprirò cose nuove sull'autrice :)

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    1. Ciao:) Il saggio della Angelici, a mio parere, è davvero valido e interessante! Aiuta molto a vedere un quadro d'insieme della Austen e, soprattutto, a far un po' leggere fra le righe dei suoi romanzi:)

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