Buon lunedì, carissimi lettori, bentornati e benvenuti su Virginia e il Labirinto, dove finalmente torno ad asfissiarvi con le mie chiacchiere sui libri. E per confermare la mia non perduta logorrea, eccomi con un Chiacchiericcio epico in cui faccio con voi il bilancio del 2016 e vi comunico qualche novità.
Partirei da queste ultime e cercherò di non dilungarmi troppo.
Per prima cosa, vi informo che la rubrica W... W... W... Wednesday è sospesa e non credo che ritornerà qui sul blog.
Durante queste vacanze ho invece preparato una nuova rubrica. La cadenza dovrebbe essere di due articoli al mese, l'1 e il 15. Non vi dico di cosa si tratta e confermo l'appuntamento per il 15, sperando di riuscire a proporvi qualcosa di interessante.
Questi gli annunci, passiamo al bilancio di quest'anno appena passato. Come - ho notato - per molti altri, non è stato un grandissimo anno. Ho deciso di non scendere nel dettaglio, per non allungare troppo un articolo che è già minaccioso di per sè, quindi mi limiterò a dirvi che qualche rara gioia c'è stata.
Il 20 maggio 2016 ho aperto il blog e non ho ancora smesso di congratularmi con me stessa per aver seguito il cuore, anche contro l'ansia, onnipresente compagna di viaggio. Grazie al blog ho messo alla prova me stessa, ho trovato uno sfogo alla chiacchiera librosa e ho creato qualcosa di mio, mio soltanto di cui sentirmi orgogliosa. Non da ultimo, il pensiero di condividere sul web il mio pensiero ha rinnovato e rafforzato il mio piacere nella lettura, stimolandomi. Ho anche conosciuto, grazie al blog, persone che, come me, amano i libri, e con alcuni dialogo, ho degli scambi e anche un'amicizia (Autumn sto parlando di te). Insomma, il blog mi ha portato tanto e, anche se mi chiede un po' di tempo, non sono assolutamente pentita di aver intrapreso questo viaggio:)
Parlando di bilanci librosi, nel 2016 ho letto 101 libri, uno di più di quel che mi ero prefissata.
Ho letto in tutto 41.944 pagine e scoperto, su 101, 44 nuovi autori.
Per chi si preoccupa delle "quote rosa", una piccola premessa. Non ho mai fatto caso al sesso di un autore, non me ne sono mai preoccupata e mai lo farò, perchè i parametri con cui giudico un'opera sono ben altri. Detto ciò, dei 101 libri 73 sono stati scritti da donne e 28 da uomini. Dovrei inserire le "quote azzurre", immaginoxD
Ma ora che vi ho informati su questi dettagliucci, passiamo al clou dell'articolo, la Top Ten. Che, ovviamente, non sarà una classifica (non posso scegliere, già ne ho dovuti selezionare 10!), ma solo un elenco delle 10 migliori letture del mio 2016:)
1. Shadowfell, Raven Flight e The Caller di Juliet Marillier

Sixteen-year-old Neryn is alone in the land of Alban, where the oppressive king has ordered anyone with magical strengths captured and brought before him. Eager to hide her own canny skill--a uniquely powerful ability to communicate with the fairy-like Good Folk--Neryn sets out for the legendary Shadowfell, a home and training ground for a secret rebel group determined to overthrow the evil King Keldec.
During her dangerous journey, she receives aid from the Good Folk, who tell her she must pass a series of tests in order to recognize her full potential. She also finds help from a handsome young man, Flint, who rescues her from certain death--but whose motives in doing so remain unclear. Neryn struggles to trust her only allies. They both hint that she alone may be the key to Alban's release from Keldec's rule. Homeless, unsure of who to trust, and trapped in an empire determined to crush her, Neryn must make it to Shadowfell not only to save herself, but to save Alban.
La prima che vi presento è una trilogia YA (si, sto già barandoxD). Juliet Marillier è una delle mie scrittrici preferite e ha solo un difetto: in Italia non esiste quasi. Io ho tagliato la testa al toro e sono passata direttamente all'inglese, e con ottimi risultati! Questa è una trilogia meravigliosa, un continuo crescendo con un culmine finale che lascia con un'invincibile nostalgia di luoghi mai visti ma vissuti con tutta l'anima.
Una scrittura poetica, un mondo ispirato alla Scozia, una storia d'amore coinvolgente e due personaggi femminili da bucare il cuore.
Com'è che ancora non l'avete letta??
2. A sangue freddo di Truman Capote
Pubblicato nel 1966, "A sangue freddo" suscitò una serie di polemiche di carattere letterario ed etico-sociale. L'autore venne accusato, tra l'altro, di voyerismo cinico, per aver voluto registrare "oggettivamente" un fatto di cronaca nera, anzi di violenza gratuita, avvenuta nel cuore del Middle West agricolo: lo sterminio brutale di una famiglia da parte di due psicopatici. Nel libro, la visione puntuale delle dinamiche della vicenda, ottenuta grazie all'assidua frequentazione dei due colpevoli, giustiziati dopo un processo durato sei anni, è filtrata e riscattata attraverso una sapiente rielaborazione stilistica.
Un reportage giornalistico in veste di prosa, per oggetto un fatto di cronaca nera che sconvolse l'America. Una narrazione oggettiva e impersonale che, però, avvince il lettore e fa emergere interrogativi angoscianti ed incredibilmente attuali: umanità e mostruosità possono convivere in una persona? La pena di morte è giustizia ho solo un omicidio "a sangue freddo", al pari del crimine che va a punire? E che responsabilità ha, ognuno di noi, nel creare un mostro?
Domande che emergono spontanee nel corso della lettura e che rimangono incastrate a fondo nell'animo del lettore, che se le porterà dietro per lungo tempo.
Un capolavoro della letteratura americana.
3. Furore di John Steinbeck

Pietra miliare della letteratura americana, Furore è un romanzo mitico, pubblicato negli Stati Uniti nel 1939 e coraggiosamente proposto in Italia da Valentino Bompiani l’anno seguente. Il libro fu perseguitato dalla censura fascista e solo ora, dopo più di 70 anni, vede la luce la prima edizione integrale, nella nuova traduzione di Sergio Claudio Perroni. Una versione basata sul testo inglese della Centennial Edition dell’opera di Steinbeck, che restituisce finalmente ai lettori la forza e la modernità della scrittura del Premio Nobel per la Letteratura 1962.
Nell’odissea della famiglia Joad sfrattata dalla sua casa e dalla sua terra, in penosa marcia verso la California, lungo la Route 66 come migliaia e migliaia di americani, rivive la trasformazione di un’intera nazione. L’impatto amaro con la terra promessa dove la manodopera è sfruttata e mal pagata, dove ciascuno porta con sé la propria miseria “come un marchio d’infamia”. Al tempo stesso romanzo di viaggio e ritratto epico della lotta dell’uomo contro l’ingiustizia, Furore è forse il più americano dei classici americani, da leggere oggi per la prima volta in tutta la sua bellezza.
Nel 2016 è scoppiato l'amore fra me e Steinbeck e tutto ha avuto inizio con questo libro.
Epico, immenso, tragico.
La storia, ancora attualissima, della povertà e dell'immigrazione; la lotta di una famiglia di braccianti contro l'avidità, il potere e l'indifferenza. Una scrittura potente, magistrale; una narrazione corposa, un poema epico dei poveri e dei vinti, con una conclusione di quelle che solo Steinbeck riesce a dare.
4. La valle dell'Eden di John Steinbeck

Nel paese di Nod, a est del giardino dell’Eden, dove la progenie di Caino andШ a vivere secondo la leggenda biblica e che nel romanzo di John Steinbeck corrisponde simbolicamente alla valle percorsa dal fiume Salinas nella California settentrionale, si intrecciano le storie di due famiglie, gli Hamilton e i Trask. Protagonisti della saga, che va dalla Guerra civile alla Prima guerra mondiale, da una parte il vecchio Samuel Hamilton, immigrato dall’Irlanda; e, dall’altra, Cyrus Trask insieme ai figli Adam e Charles, e ai nipoti Aron e Caleb, gemelli nati dalla misteriosa Cathy Ames, reincarnazione di Eva e di Satana allo stesso tempo, emblema del male nel mondo, con il quale tutti nel corso della lunga vicenda devono misurarsi. Pubblicato negli Stati Uniti nel 1952 e ora riproposto nella nuova traduzione di Maria Baiocchi e Anna Tagliavini, La valle dell’Eden è il romanzo in cui Steinbeck ha creato i suoi personaggi più affascinanti e ha esplorato più a fondo i suoi temi ricorrenti: il mistero dell’identità, l’ineffabilità dell’amore e le conseguenze tragiche della mancanza d’affetto.
Al tempo stesso saga famigliare e moderna trasposizione del mito, La valle dell’Eden è il capolavoro della maturità di Steinbeck, da cui nel 1955 Elia Kazan ha tratto l’omonimo film con James Dean.
Non potevo non parlare anche di questo romanzo. Saga famigliare, romanzo sul rapporto padre-figlio e fratello-fratello, storia del rapporto fra 2 famiglie l'una agli antipodi dell'altra, riproposizione di un episodio biblico. C'è di tutto in questo romanzo, che abbandona l'epicità dei toni di Furore e favorisce quelli più intimi, creando alcuni dei personaggi più belli che io abbia mai letto. Non è un romanzo "complesso" o da interpretare, ma ha una potenza primitiva, di quelle che colpiscono e non si fanno più scordare.
5. Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi
Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze barbare, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi nell'impresa di spiegare a ragazzi e ragazze, esposti in misura crescente alla catechesi islamica, una delle più temibili incarnazioni del Satana occidentale: la letteratura. È stata così costretta ad aggirare qualsiasi idea ricevuta e a inventarsi un intero sistema di accostamenti e immagini che suonassero efficaci per gli studenti e, al tempo stesso, innocui per i loro occhiuti sorveglianti. Il risultato è un libro che, oltre a essere un atto d'amore per la letteratura, è anche una beffa giocata a chiunque tenti di proibirla.
Questo romanzo, oltre ad essere meraviglioso, è anche stato il protagonista della mia primissima recensione qui sul blog. Capite, dunque, che vi sono particolarmente affezionata.
Un libro sui libri, un'autobiografia, un documento inestimabile per capire un po' meglio la nostra storia, ormai indissolubilmente legata a un'altra cultura, quella islamica. Da ultimo - ma non ultimo - un romanzo bellissimo.
6. La Storia di Elsa Morante
A La Storia, romanzo pubblicato direttamente in edizione economica nel 1974 e ambientato a Roma durante e dopo l'ultima guerra (1941-47), Elsa Morante ha consegnato la massima esperienza della sua vita. È la sua opera piú letta e, come tutti i libri importanti, anche quella che piú ha fatto discutere. Cesare Garboli, nell'introduzione a questa edizione tascabile, traccia un bilancio critico sul romanzo a piú di vent'anni dalla prima pubblicazione.
Un altro mio grandissimo amore del 2016, che ritroverete in questa classifica. Con questo romanzo imponente, a cui mi sono approcciata quasi in punta di piedi, ho conosciuto la Morante e la sua scrittura evocativa, avvolgente, ammaliante.
La storia di Ida, Nino, Useppe e Davide; di Roma; dell'Italia tutta. Una storia nella Storia, minuscola in questo flusso sterminato, ma non per questo insignificante. Perchè sono le nostre storie, che si intersecano a creare un unico, grande arazzo.
7. La storia infinita di Michael Ende
Bastiano è un giovane goffo, e non è quel che si dice comunemente un "ragazzo sveglio", ma la lettura (e il termine è improprio, perché egli passerà alternativamente dal ruolo di lettore a quello di personaggio e di protagonista) di questo libro lo farà cambiare e farà cambiare la Storia stessa. Gli farà capire che il "fa' ciò che vuoi" che sta scritto sull'amuleto ricevuto in dono non significa "fa' quel che ti pare", ma esorta a seguire la volontà più profonda per trovare se stessi. Che è la strada più ardua del mon do. Il libro e Bastiano la percorreranno insieme, e il ragazzo attraverserà tutti i suoi desideri e passerà dalla goffaggine alla bellezza, alla forza, alla sapienza, al potere, fino a quando dovrà fermarsi.
Non si finisce mai di essere bambini, neanche a 21 anni; soprattutto a 21 anni. Questo libro, riletto dopo un primo approccio al massimo tiepido risalente a più di 10 anni fa, mi ha dato moltissimo e contiene molto di più di molti libri non per bambini: più verità, più poesia, più profondità. Il messaggio è semplice ma non per questo scontato ed è moderno ancora adesso.
8. La vera storia del pirata Long John Silver di Bjorn Larsson
Ci sono libri che danno pura gioia. È quel che capita con il romanzo di Larsson: ci ritroviamo adulti a leggere una storia di pirati con lo stesso gusto dell'infanzia, riscoprendo quella capacità di sognare che ci davano i porti affollati di vascelli, le taverne fumose, i tesori, gli arrembaggi, le tempeste improvvise e le insidie delle bonacce. Chi racconta in prima persona è Long John Silver, il terribile pirata con una gamba sola dell'"Isola del Tesoro", fatto sparire da Stevenson nel nulla per riapparirci ora vivo e ricco nel 1742 in Madagascar, intento a scrivere le sue memorie. E non è solo a quel "e poi"? che ci veniva sempre da chiedere alla fine delle storie che risponde Larsson, è al prima, al durante, al dietro.
Un romanzo effervescente, dove realtà e finzione si fondono e danno vita a uno dei "memoriali" più avvincenti che io abbia mai letto. L'irriverente voce di Silver non si perde in sentimentalismi e ci ricostruisce, pezzo dopo pezzo, la sua storia. All'interno della narrazione, però, trovano posto anche tematiche molto più serie: le condizioni di vita dei marinai, la tratta degli schiavi e la vita come pirata.
9. L'isola di Arturo di Elsa Morante
Arturo, il guerresco ragazzo dal nome di una stella, vive in un'isola tra spiagge e scogliere, pago di sogni fantastici. Non si cura di vestiti né di cibi. È stato allevato con latte di capra. La vita per lui è promessa solo di imprese e di libertà assoluta. E ora ricorda. Queste sono le sue memorie, dall'idillio solitario alla scoperta della vita: l'amore, l'amicizia, il dolore, la disperazione.
Secondo romanzo della Morante dopo Menzogna e sortilegio (1948), L'isola di Arturo(Premio Strega 1957) confermò tutte le qualità della scrittrice romana: l'impasto di elementi realistici e fiabeschi, la forte suggestione del linguaggio.
Arturo, come Elisa in Menzogna e sortilegio, «si porta addosso la croce di far parte non di un oggi ma di un sempre».
Vi avevo detto che Elsa Morante sarebbe ritornata:)
Questo romanzo è, semplicemente, meraviglioso. Un libro piccolo di dimensioni ma gigantesco nei sentimenti che suscita. Una storia sulla crescita, l'amore e la solitudine; una piccola epica su sentimenti e personaggi quotidiani, con uno stile impeccabile ed eclettico. Imperdibile.
10. La guardia, il poeta e l'investigatore di Jung-myung Lee

Nel 1944 la Corea è sotto l’occupazione giapponese, e nella prigione di Fukuoka non si permette ai detenuti coreani di usare la propria lingua. Un uomo, una guardia carceraria, viene trovato brutalmente assassinato, e un giovane collega dall’animo sensibile e letterario viene incaricato di condurre l’indagine e trovare il colpevole. La vittima era temuta e odiata per la sua brutalità, ma quando l’improvvisato investigatore avvia la sua inchiesta interrogando custodi e detenuti, ricostruendo poco a poco i movimenti degli ultimi mesi, un diverso e sorprendente scenario si impone alla sua attenzione. Dall’inchiesta sull’uomo emerge il passato di un povero analfabeta orfano dei genitori, il faticoso riscatto attraverso il lavoro, la carriera nella prigione, la scoperta di una passione inaspettata, il ruolo di «censore» con l’incarico di controllare la corrispondenza in entrata e in uscita dal carcere. E soprattutto il legame con un detenuto particolare, un famoso poeta coreano, autore di scritti sovversivi. E proprio attorno al poeta ruota l’intera vicenda: nel corso dei suoi interrogatori il giovane si trova a parlare sempre di più con il prigioniero e, come prima di lui la guardia assassinata, a immergersi in un dialogo fatto di letteratura, d’arte, di libertà. Si scopre a desiderare la bellezza dei suoi versi clandestini, a subire il potere eccitante e al tempo stesso rasserenante della parola poetica.
Calibrando suspense e ricostruzione storica, dolore e dolcezza, il romanzo dipinge un universo di contrasti: le condizioni dei detenuti obbligati ad abolire il proprio nome, la costante violenza fisica e psicologica alla quale sono sottomessi, il raggio di luce dei poemi del poeta realmente esistito Yun Dong-ju le cui parole diventano merce di contrabbando, balsamo di speranza, sfida provocatoria e coraggiosa alla crudeltà degli esseri umani.
Una delle ultime letture del 2016, a riprova che le belle sorprese possono arrivare fino all'ultimo. Una storia su cui non avrei scommesso e che invece mi ha colpita moltissimo.
Un'ambientazione inedita per un romanzo che fonde letteratura e vita; un inno al potere dell'arte in tutte le sue forme; una storia su un conflitto culturale e generazionale, e sull'importanza di un'identità.
Questi sono stati i 10 libri che più mi hanno colpito in questo proficuo 2016. Tante letture, tante soddisfazioni, qualche contrarietà. Che il 2017 sia un anno di meravigliose letture e meravigliose avventure per tutti.
Alla prossima,
Virginia