Titolo: Amy Snow Autore: Tracy Rees Traduttore: Ada Arduini Casa editrice: Neri Pozza Numero di pagine: 456 Formato: Cartaceo |
Hertfordshire, 1848. La brina ricopre i campi e le strade quando Amy Snow, la mantella stretta per difendersi dal gelo, si allontana da Hatville Court, la casa in cui ha vissuto per ben diciassette anni. L’unica persona che lei abbia mai amato, Aurelia Vennaway, figlia unica di Lord Charles e Lady Celestina Vennaway, una delle famiglie più in vista della contea, giace sotto sei piedi di terra in un angolo silenzioso del camposanto. E a Amy non resta che svanire come un’orma che si discioglie nella brina. Era stata proprio Aurelia a trovarla, diciassette anni prima, in una tersa mattina di gennaio in cui l’aria era tagliente come vetro. L’aveva vista agitarsi nella neve, minuscola neonata con la pelle fredda come gelatina di fragole, piccolo essere glabro e azzurrino abbandonato ai margini di una foresta inospitale. L’aveva battezzata Snow, perché era piena di neve, e Amy, perché era il nome della sua bambola preferita. E l’aveva portata con sé, a Hatville Court, la dimora dei suoi da tempo immemorabile. Erano cresciute insieme, Aurelia e Amy, come due sorelle inseparabili. Perché così si consideravano, loro. Ma a Hatville Court, e nell’intero villaggio, Amy poteva essere, a seconda dei giorni, degli umori della servitù e dei pregiudizi dei Vennaway, una giovinetta rispettabile o una vagabonda, una sorella o una sguattera. E ora, con la scomparsa di Aurelia, non può più restare nella grande dimora dei Vennaway, divenuta un luogo ostile e inospitale. Abbandonarla è un grande dolore, una pena che si aggiunge a quella che l’affligge da sempre: non sapere chi siano stati i suoi genitori, non avere nemmeno un frammento di informazione su di loro: un nome, la forma di un naso, la canzone prediletta... una cosa qualsiasi. Ad Amy non resta che mettere da parte il dolore e rivolgersi con determinazione al compito che Aurelia le ha affidato poco prima di morire: decifrare una serie di lettere contenute in un pacchetto occultato con cura, lettere che contengono un segreto cui Aurelia non ha mai fatto cenno quando era in vita. Lettera dopo lettera, Amy esegue diligentemente il compito per imbattersi in sorprendenti verità, che saltano fuori una dopo l’altra dall’armadio del passato, e hanno a che fare con i segreti più intimi di Aurelia e con la sua stessa misteriosa origine.
«Questo affascinante personaggio mi ha stregato, e la sua storia è così avvincente che non si riesce a smettere di leggere. Una vera delizia!».
Kathleen Grissom, autrice di Il mondo di Belle
«Amy Snow è scritto con calore e attenzione al dettaglio. Ma, soprattutto, offre un tenero, struggente ritratto della vera amicizia».
Historical Novel Society
«Tracy Rees è la nuova, eccezionale voce del romanzo storico».
Lucinda Riley
Amy Snow è l'esordio letterario di Tracy Rees, giovane scrittrice che si diverte a calare sè stessa e il lettore in un libro dalle tinte dickensiane e con quella sfumatura à la Jane Austen che tutte noi, in realtà, gradiamo assai.
Il romanzo della Rees ha vari livelli di lettura, proprio come piace a me.
Il primo è quello più evidente: la trama in sè stessa.
Amy è una trovatella cresciuta nella tenuta nobiliare dei Vennaway. Scelta come sorella dall'indomita Aurelia e detestata dai suoi genitori, Amy ha sempre vissuto un'esistenza a metà: tra il privilegio e la privazione, tra l'amore e l'odio. La morte di Aurelia, premessa del libro, è anche la premessa dell'inizio di una nuova vita per Amy che, un indovinello dietro l'altro, viene coinvolta in un imprevedibile caccia al tesoro architettata dalla stessa Aurelia, il cui tesoro è un prezioso segreto.
Andando un poco più a fondo, vi troviamo quelli che sono i temi cardine del romanzo: la condizione della donna, innanzitutto, e anche la crescita e l'evoluzione di una giovane donna, che da ragazza spaurita imparerà il valore della libertà e della possibilità di scegliere.
Le protagoniste indiscusse del romanzo sono Amy e Aurelia. Sono molto diverse l'una dall'altra, ma ciò non ha impedito loro di stringere un legame profondo e autentico. Se Amy, purtroppo, non è riuscita a imporsi ai miei occhi come narratrice principale della storia, non posso dire lo stesso di Aurelia che, anche se morta, continua a imprimere la sua forte personalità ad ogni pagina. Questo perchè Amy non riesce a dimenticarla - giustamente - e per poter proseguire con la sua vita e superare questa fase di stasi dovrà fare i conti con un passato improvvisamente pieno di segreti e con la figura che più di tutte è stata per lei importante: Aurelia. La si odia, la si ama, la si comprende. Un po' egoista e capricciosa ma con un grande cuore; bellissima ed energica, indomita e ribelle. Aurelia ruberebbe la scena a chiunque e Amy riesce a fatica a competere con una figura del genere.
Aurelia è anche, a mio parere, il personaggio più tragico. Intrappolata in una gabbia d'oro, le cui catene sono le convenzioni, le ipocrisie e il dovere, lotta contro il suo destino di "ricca" e "femmina" con tutte le sue forze, cercando di rompere gli schemi in cui la società vorrebbe rinchiuderla.
La figura femminile viene però indagata a tutto tondo. Accanto ad Aurelia e Amy, dunque, abbiamo un corollario di altri personaggi femminili che, ne bene e nel male, arricchiscono la narrazione. Fra tutte, il personaggio migliore - l'unico che riesca, a mio parere, a cancellare persino Aurelia - è quello della signora Riverthorpe. Sgradevole, maleducata, un po' volgare, sicuramente sfacciata. Eppure colpisce il lettore dritto al cuore ed è un dispiacere vederla scomparire.
Le figure maschili risultano in realtà più tiepide, così come la storia d'amore, che mi è parsa quasi fuori luogo. Se Henry è dunque discretamente simpatico (Garland è odioso fin dall'inizio, noiosissimo con tutte quelle smancerie e quella perfezione!), la dinamica amorosa risulta invece un po' annacquata e, ora della fine, quasi una macchia su un quadro altrimenti discreto.
Un appunto alla traduzione. Non sono solita criticarla, a meno che non ci siano errori grammaticali, ma qui mi sono trovata davanti un'abitudine che mi è parsa un po' fastidiosa. La traduttrice, infatti, continua ad usare il sostantivo "fanciulla", anche un po' a sproposito, a mio parere (esempio: Non vedo l'ora di chiacchierare con le fanciulle - o qualcosa di molto simile). Di per sè non è un errore - ed è il mio l'unico appunto ad una traduzione per il resto ineccepibile - ma io personalmente l'ho trovato un po' fastidiosoxD
Detto questo, è il momento di tirare le somme. Nonostante il libro non sia perfetto, è comunque godibilissimo, anzi, si fa leggere che è un piacere. Il segreto di Aurelia e i suoi vari stratagemmi incollano il lettore alle pagine, così come lo stile scorrevole della Rees. I temi, anche se interessanti, non sono innovativi, ma riescono comunque a coinvolgermi sempre.
In definitiva, quindi, un libro consigliato per una piacevolissima lettura dalle tinte dickensiane e per riflettere meglio su un periodo spesso un po' idealizzato (da me per prima).
Virginia
Questo è il tipo di romanzo che fa per me. Le Atmosfere dickensiane, per me che sono una sua grandissima fan, son le mie preferite quando parliamo di romanzo storico. Inoltre le tematiche trattate, quelle sulla condizione delle donne in quel periodo, mi affascinano da sempre e non perdo occasione per approfondirle. Sarà mio!
RispondiEliminaSono contenta che ti ispiri! Io sono contenta di averlo letto e credo che affronti delle tematiche molto interessanti:)
EliminaCiao Virginia!! Tra Dickens e Jane Austen, mi sembra che questa lettura sia davvero intrigante! Anche l'intreccio non sembra niente male...grazie per il consiglio, dunque :-)
RispondiEliminaP.S. Come vanno i primi tempi a Lettere? Cosa mi racconti?
Ciao Silvia! Sulla carta è assolutamente intrigante, in effetti, il resto è poi opinione personale:)
EliminaMolto bene, grazie, sei stata carinissima ad essertene ricordata! Trovo le lezioni davvero molto interessanti e il rapporto insegnanti/alunni di più ampio respiro. Insomma, si sente la differenza con le superiori, ma in modo assolutamente positivo:)
Eccomi da te Virginia, lo sai che io ad una cover ed ad un titolo così evocativi di romanzi che sai perfettamente quanto ami beh non potevo resistere. Ecco che come promesso mi sono catapultata a leggere la tua recensione. Sono felice che la lettura ti sia piaciuta, grazie alla tua recensione adesso ho ben chiari i punti di forza e quelli meno potenti di questo libro, grazie per avermelo mostrato in sè nella sua vera veste. Sono sincera, non so se riuscirò a leggerlo presto ma di sicuro mi hai proprio regalato un ritratto a colori di questo libro grazie grazie grazie <3 una bellissima recensione! un super mega abbraccione di cuore :*
RispondiEliminaCiao Ely, sai che condivido l'occhio per le belle cover, e la Neri Pozza è una CE che non si smentisce mai*-*
EliminaTi capisco, la lista di lettura è lunga infinita e spesso, a malincuore, lasciamo nel dimenticatoio libri potenzialmente interessanti. Che dire, i soldi e il tempo non sono infiniti e dobbiamo arrangiardci! Sono comunque felice che la recensione ti sia piaciuta:)
Un abbraccio!
Aiuto, mi appare come una specie di polpettone che non potrei digerire. Ma forse è solo un'impressione esterna. :-)
RispondiEliminaIn effetti è un po' polpettonexD A me non è dispiaciuto, ma avrei preferito che l'autrice tralasciasse alcune parti e ne approfondisse altre. In ogni caso, è comunque un libro molto gradevole:)
EliminaAh, ecco... cara Virginia. Grazie per il tuo senso dell'ironia.
EliminaAdoro le tue recensioni *_* Avevo già adocchiato questo libro nel tuo ultimo WWW...Wednesday, ma ora lo voglio assolutamente leggere ^_^
RispondiEliminaGrazie*-* Sono curiosissima di saperne la tua opinione, poi fammi sapere!
EliminaCiao Virginia! Felicissima di leggere che il romanzo ti è piaciuto nonostante qualche piccolo appunto. La tua descrizione precisa ma mai noiosa, davvero mi convince drasticamente a leggerlo. XD
RispondiEliminaIl fatto che sia una pubblicazione Neri Pozza, ne vogliamo parlare? Già sappiamo... ^__^
La copertina e il titolo li ho adorati subito e speravo in una tua recensione positiva e soprattutto propensa a delineare le virtù e i peccati di questa storia.
Perfetta come sempre!
Un abbraccio! <3
E tu come sempre troppo gentile*-*
EliminaSulla Neri Pozza non spendiamo parole (ma questa cover nello specifico è particolarmente bella, non è vero?*-*), perchè non ce n'è bisogno, parlano a sufficienza i nostri occhi a cuoricino.
Sono felice che la recensione ti sia piaciuta e, soprattutto, che ti sia stata utile. Nel caso lo leggessi poi fammi sapere:)
Un abbraccio!
Non conoscevo né libro né autrice (sono abbastanza infossata sui classici e su pochi autori contemporanei, non sto molto dietro alle pubblicazioni nuove); devo dire che ha davvero un bel titolo ed una trama intrigante... La tua recensione mi ha incuriosita parecchio, se dovessi avere la stragrande fortuna di trovarlo all'usato lo prenderò senz'altro! ^^
RispondiEliminaAnche per me è stato un po' un salto nel buio, però non è andato male:)
EliminaSi, i Neri Pozza in effetti costano un po', se riesci a trovarlo usato risparmi sicuramente:)
Ciao! Io ho adorato questo romanzo! E amo questo genere ( tra Dickens e Austen) infatti ho scritto un romanzo storico ambientato in epoca vittoriana, finalista al concorso ilmioesordio2016, si intitola "Il diario delle cose improbabili" e qui puoi trovare la trama https://www.amazon.it/diario-delle-cose-improbabili-ebook/dp/B01L9C1FRO spero possa piacere 😊
RispondiEliminaCiao:) Mi fa piacere, anch'io amo questo genere. Grazie per la segnalazione:)
Elimina